A volte si è preparati, ma anche no. Pensi di avere a che fare con una superficie, e poi scopri che è già materia. Che non c’è altro. Tutto quello che esiste è lì da vedere, e non avrai niente di più. La forma spesso inganna, crea uno stereotipo e quindi delle aspettative. Dai per scontato che chi sa ragionare su una materia possa farlo su tutto. Che lo spessore sia qualcosa di costante. Invece varia. Si assottiglia fino a scomparire. Può essere professione eccellente, e poi senso dell’umanità ridotto al minimo. Incapacità di comprendere il significato profondo delle parole. Insensibilità verso i gesti, le sfumature.
Rifletto su questo, sulla pochezza che non ti aspetti. Che diventa delusione. Che non ti lascia margine, anche se vorresti trovarlo. E’ cosa diversa dalla semplicità, è solo assenza. Impossibilità di farcela, di arrivare più in là. Una guerra persa.
Da leggere:
Laura Boella, Sentire L'altro. Conoscere e praticare l'empatia (Raffaello Cortina)
Dylan Evans, Emozioni. La scienza del sentimento (Laterza)
Tullio De Mauro, Guida all'uso delle parole (Editori Riuniti)
Elisa Paganini, La vaghezza (Carocci)
Sergio Benvenuto, Accidia. La passione dell'indifferenza (Il Mulino)
Ermanno Bencivenga, Filosofia: nuove istruzioni per l'uso (Bruno Mondadori)
Davide Miccione, Guida filosofica alla sopravvivenza (Apogeo)
Piero Paolicchi, Il fattore I. Per una teoria generale dell'imbecillità (Felici editore)
Mi rispecchio in pieno in queste parole. Descrivono qualcuno che conosco e a cui tengo molto come io non avrei potuto fare meglio...e vorrei solo capire come si combatte contro una cosa così. Come la si affronta senza andare in mille pezzi.
RispondiEliminaAnnalisa
Non la si combatte Annalisa, si cerca di imparare a riconoscerla per difendersi meglio....
RispondiEliminaIl problema Paola è nell'apparenza. Nella sensibilità che appare all'inizio e che poi alla prova dei fatti, all'improvviso e senza spiegazioni, si traduce in totale mancanza di empatia...quando sei già stata fregata ed allora è troppo tardi anche per difendersi.
RispondiEliminaAnnalisa
E' davvero possibile che la pochezza si disveli improvvisamente quando meno te lo aspetti?
RispondiEliminaChe si nasconda dietro le mentite spoglie di una apparente solidità affettiva ed umana?
Non ne sono così sicura.
Penso piuttosto che a questo sgretolamento di spessore non ci vogliamo rassegnare ed allora proiettiamo sull'altro aspirazioni e bisogni: questo ci permette di vedere e di intuire qualcosa che, in realtà, non esiste.
Però è una forma di auto inganno che non sempre funziona.
@ Annalisa: si certo, ma il problema è che queste situazioni si ripropongono, e quindi dalla seconda volta in avanti si può essere prevenuti. Poi io sono una polla e ci ricasco, ma se una è un po' sveglia può farcela.
RispondiElimina@Luisa: tutto vero, ne siamo consapevoli. Fin troppo....
Già... passare avanti adesso :)
RispondiEliminaLiz
Girare pagina. Il tempo è galantuomo e cancella tutto, per fortuna.
RispondiEliminaBaci a tutte.
Condivido totalemente, bella riflessione !
RispondiEliminaGrazie Paolo.... Purtroppo chi recepisce e comprende le ha già fatte da solo queste riflessioni. Servirebbero ad altri, piuttosto...
RispondiEliminaQuesto commento mi è arrivato per mail "per timidezza", è stato scritto. L'ho trovato molto bello e pieno di voglia di incoraggiare e incoraggiarsi. Rispettando la discrezione, lo riporto qui in forma anonima:
RispondiElimina"Ciao Paoletta,come stai?
Mi sono letto il post sulla pochezza e mi sento di condividerlo. Spesso mettiamo dei gradini sotto le cose e ci appaiono molto più grandi di quello che in reltà sono e, ancora peggio, spesso togliamo a noi dei centimetri di levatura.
Cara Paoletta le delusioni sono dietro l'angolo, ma accanto ci trovi anche le soddisfazioni se guardi bene. Io sto cercando di guardare solo quelle".