"La cosa veramente importante è capire dove stai tu nel mondo, e cosa sei. Devi capire cosa puoi fare davvero. Smetterla di dare la colpa agli altri per qualsiasi cosa, perché non serve. Devi metterti sempre al centro". Heike Arndt (nella foto sopra, davanti a "Amici", olio su tela realizzato in Danimarca tra 2000 e 2005) lo cerca da sempre questo punto centrale in cui collocarsi. La sua casa. Se ne è andata dalla Germania Federale a poco più che ventenne, ha vissuto in Danimarca, Groenlandia, Italia, Cina, Etiopia, America del Sud, Svezia, Finlandia, Spagna. Oggi ha 47 anni, e quando si chiede dov'è la sua casa, ha ormai trovato molte risposte. Se le porta dietro. Ogni volta che smantella il suo studio per trasferirsi in un altro luogo, incontrare una lingua diversa e nuove temperature a cui abituarsi. Avvolge le tele, ripone con cura i piccoli bronzi e le ceramiche, si chiude alle spalle un pezzo di esistenza, e si prepara all'incontro con un altro luogo. L'ampia mostra Where is home? inaugurata oggi al Museo di Arte Contemporanea di Lissone (aperta fino al 10 ottobre, curata da Luigi Cavadini) è un susseguirsi di suggestioni altalenanti che si legano fortemente ai luoghi in cui sono nati questi lavori.
Sono tutte parentesi strettamente legate. I bozzoli neri e minuti delle piccole donne cinesi. Lo spazio dell'intimità chiuso e ristretto della Groenlandia, una grotta dove rimangono solo i vuoti di bottiglia e una luce faticosa. Quasi sempre il colore forte si prende spazio nelle opere di Heike Arndt, retaggio di un espressionismo tedesco con cui ha convissuto fin dai primi anni, che si impone sopra qualsiasi altro volere. Eppure il paesaggio si sente fortemente nelle sfumature di queste opere, nei carichi e nelle rarefazioni, nella sofferenza di alcuni volti. Nella ricerca di aria.
Inchiostro su carta di riso (Cina, 2005-2009)
Sono tutte parentesi strettamente legate. I bozzoli neri e minuti delle piccole donne cinesi. Lo spazio dell'intimità chiuso e ristretto della Groenlandia, una grotta dove rimangono solo i vuoti di bottiglia e una luce faticosa. Quasi sempre il colore forte si prende spazio nelle opere di Heike Arndt, retaggio di un espressionismo tedesco con cui ha convissuto fin dai primi anni, che si impone sopra qualsiasi altro volere. Eppure il paesaggio si sente fortemente nelle sfumature di queste opere, nei carichi e nelle rarefazioni, nella sofferenza di alcuni volti. Nella ricerca di aria.
Veduta (Olio su tela, Danimarca 1995-2006)
Il bronzo prende la forma di un piccolo uomo pensante, emotivo, dalle espressioni mute ma decise. Oppure di primitivi mezzi di trasporto che si possono smontare come giocattoli, per improvvisarsi viaggiatori. La pietra diventa casa essenziale, chiusa, scura.
Da sin Attento, Ascoltare, Rilassato (Bronzo, Cina, 2007)
Mouve (installazione bronzo, 9 pezzi. Cina, 2007)
Dolce casa (installazione pietra, 4 pezzi, Cina, 2010)
Ogni opera è un "bagaglio", un pezzo di qualcosa che ci si porta dietro, che non ha solidità se non nelle emozioni e nel ricordo. Un bimbo avvolto in fasce che nascondono il volto, un animale che faceva parte del nostro quotidiano. Diventa una forma, una rievocazione. Forma la casa in cui ognuno di noi mette se stesso al centro del mondo, ovunque sia.
Bagaglio VIII (olio su tela, Cina, 2006-2007)
In primo piano Bagaglio I (bronzo, Cina, 2007). Sullo sfondo
da sin Bagaglio 2, 4, 10, 6 e 5 (olio su tela, Cina, 2006-2007)
In primo piano Bagaglio VII (olio su tela, Cina, 2006-2007).
A seguire Fiducia (olio su tela, Cina, 2006-2007)
UN INCONTRO EMOZIONANTE:
RispondiEliminaL'ARTISTA E L'OPERA, ENERGIA VITALE DI UN ANIMA CHE VIVE IL SUO ESSERE.
ANGELA MARTINELLI