lunedì 8 settembre 2008

Nuovi miti d'oggi

Il blog, naturalmente. Nuova forma di egocentrismo e protagonismo, specchio dell'esigenza di sapere e di mostrare che si sa, che si pensa, che si comunica. Che si fa parte del mondo e che con lui si vuole (e si deve) interagire. Perché nei nuovi miti che governano la nostra esistenza, nei bisogni creati per disegnare status e ruoli destinati a dare riconoscibilità e senso di appartenenza a chi li fa propri, non può mancare il comunicare frenetico, tecnologico, veloce. Reattivo. Le manie hanno i loro simboli, che cambiano e si aggiornano, che segnano epoche e creano confini. Se ne era accorto Roland Barthes già cinquant'anni fa, osservando il consumismo economico e sociale generato dalla Citroen, dalle patatine fritte, da Greta Garbo. Oggi 57 intellettuali francesi in Nuovi miti d'oggi (Isbn edizioni, pagg. 171, 15 euro, a cura di Jérome Garcin, direttore di Le Nouvel Observateur), hanno elencato altrettanti miti che appartengono al nostro quotidiano, che testimoniano il mutamento sociale, i tic linguistici, le nuove forme di snobismo che sotterrano le incertezze. In queste 57 voci c'è il nostro mondo, un elenco al quale non possiamo sfuggire, perché nessuna consapevolezza, ragionevolezza o tentativo di indipendenza intellettuale, ci può allontanare da cellulare e sms, dai giornali gratuiti pescati all'angolo della strada, dalla comodità del wi fi, dal risparmio dei voli low cost, dalla genialità del navigatore satellitare. Tecnologia ma non solo, perché fin qui i peccati sono perdonabili: il mito passa per le esigenze fintamente etiche della Smart (poco spazio per la città) e dei Suv (tanta sicurezza per i nostri bambini). Dal botox e dal "perché io valgo", dall'equo solidale, dagli Ogm e dal fumo che uccide. Dalle 35 ore e dai sondaggi per guardare avanti e capire di quali nuovi bisogni dovremo essere dotati entro i prossimi cinquant'anni. Un elenco di interventi sintetici, acuti, sarcastici e capaci di portare a galla le contraddizioni di questo vivere ordinato, con la sua estetica tirata a lucido e le originalità prevedibili.

Sull'i-pod (altro mito apprezzabile) i Coldplay di questo Viva la vida

2 commenti:

  1. Qualcuno dei presunti miti mi ha dato, però, l'impressione di essersi trasformato in mito ad hoc per questi articoletti, tenendosi ben lontano dalla portata che la parola mito assumeva per Barthes ai tempi che furono.

    RispondiElimina