"Racconto storie vere, storie sul tempo e su come lo viviamo, dove la musica è un supporto al racconto. Un violino, un po' di elettronica, suoni che si fondono, filtri che cambiano le voci". Eccola Laurie Anderson, tornare a raccontarsi quasi trent'anni dopo il minimalismo elettronico di O Superman, successo mondiale del 1981. Stesso taglio di capelli, un volto appena sfiorato dai segni dei suoi 61 anni, la voglia di continuare a raccontare, per dare forma al ricordo che cambia la visione degli accadimenti. Lo farà domani sera al Teatro di Chiasso con lo spettacolo Burning Leaves, una performance che raggruppa vent'anni di storie e canzoni, raccolte nei "solo show" che ha portato in giro per il mondo negli ultimi anni.
LE GABBIE
"Alcune mie storie nascono dalla noia. Mi sono fatta conoscere per uno stile, e mi veniva chiesto sempre quello. era diventato una trappola, non sapevo più come uscirne. Mi sono isolata dalla tecnologia, prima sono stata in una fattoria, poi ho lavorato da McDonald's a fare panini. Ora racconto quello che ho visto durante quelle esperienze, e come uscire dalle gabbie della vita. Sono storie su come cercare di essere liberi, su come uscire dai limiti che ci poniamo. Non aspettatevi mai che qualcuno vi chieda di fare qualcosa che vi piace, non succederà mai. Inventatevi qualcosa e fatelo da soli: io ho fatto così".
IL MULTIMEDIALE
"Ho voluto essere un'artista perché amavo creare cose, lo volevo fortemente. Quindi ho scelto di lavorare con il multimediale perché non ti pone limiti, sei libero di fare tutto, puoi spaziare dove vuoi: un libro, un disco, una installazione, una musica per orchestra. Il mio spettacolo è tutto software, ma questo ormai non sorprende più: rispetto all'elettronica abbiamo tutti superato l'eccitazione del nuovo".
O SUPERMAN
"Ho vissuto un periodo assurdo. Entravo in una stanza e sentivo gente gridare, chiamarmi. Ho cercato di prenderla con umorismo e vederne gli aspetti antropologici, osservare i comportamenti delle masse. Comunque mi sono divertita molto in quegli anni..."
LE SHORT STORIES
"Amo le storie brevi, anche quando sono dissimulate in trame più vaste. Come in Moby Dick, per esempio. Mi piace molto saltare tra mondi diversi, non rimanere mai bloccata. Cerco di descrivere accadimenti e trasformarli in storie attraverso una interpretazione che li rende parte di me stessa. La memoria, per esempio, dà sempre un colore diverso".
L'ARTE
"Non so cos'è. Quella che preferisco è quella che mi parla direttamente. Io stessa cerco di non nascondermi dietro il paravento di essere un'artista all'avanguardia, ma piuttosto mi impegno per esprimere le cose nel modo più chiaro possibile".
Per concludere, l'ultimo tour, Homeland, del 2007.
Hello! Was that drawing in the last photo by Laurie? What is the little man saying? :)
RispondiEliminaE' la dedica che ha fatto sul mio quaderno di appunti, sotto l'intervista... Molto carina...
RispondiElimina..forse, a scala quantistica, emerge (nell'indeterminazione crescente) la 'percezione'(meta-fisica) del Tutto, del Nirvana.
RispondiEliminaEd è questo un Artista...
Good readd
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