venerdì 16 ottobre 2009

Danilo Arona, L'estate di Montebuio


Danilo Arona mi è molto simpatico. Incarna un mix tra il sarcasmo e il surreale che vorrei trovare in ogni persona che incontro. Mi incoraggia molto sapere che ci sono persone che sanno prendersi sul serio quanto basta, e lo stesso essere credibili e capaci. Che sanno essere divertenti ma non dozzinali. Consapevole che anche lui leggerà questo post, mi fermo qui con gli elogi personali e passo al suo libro, perché Danilo Arona è uno scrittore che vira fortemente verso l'horror. Santanta, uscito lo scorso anno (Perdisa, pagg. 120, 9 euro), con i violenti incendi che periodicamente devastano la California, merita di essere letto. Il suo ultimo romanzo, L'estate di Montebuio (pagg. 486, 13.50 euro) è uscito con Gargoyle Books, editore romano che pubblica horror di autori soprattutto stranieri, con qualche rara eccezione. La trama è costruita su rimandi tra una notte del dicembre 2007, quando lo scrittore horror Morgan Perdinka si toglie la vita nel suo loft di Milano, e il 9 gennaio 2008, quando il cadavere mummificato di una ragazzina scomparsa quarantacinque anni prima riaffiora dalle acque di un torrente sulla cima del Monte Buio, nell'Appennino Ligure. Due figure mettono in relazione questi eventi: un carabiniere e un anatomopatologo.

Cos'è la paura?
Una domanda che mi arriva il 2 ottobre 2009, il cui tentativo di risposta non può non tener conto di quello che sta accadendo sul pianeta... Poche ore fa ho visto un servizio in tv dal titolo “La Terra aggredisce l'uomo” (Rai3) e mi sono chiesto se da anni un nutrito gruppo di scrittori, italiani ma non solo, in realtà non riescano a sintonizzarsi con una zona invisibile agli umani sensi in cui il destino del mondo è in qualche modo già scritto... Siamo in tanti, troppi, a trattare di Apocalisse e francamente quel che più sconcerta è la somiglianza, spesso speculare, di idee e immagini. All'inizio del secolo scorso vi fu chi predisse in un libro, quattordici anni prima che accadesse, la tragedia del Titanic; all'inizio di questo abbiamo conteggiato tutti quelli che hanno descritto un bel po' di tempo prima l'attentato delle Twin Towers. Adesso, ci sono i Final Dreamer, i sognatori dell'Onda finale (migliaia in tutto il pianeta e molti scrittori tra loro), mentre fenomeni estremi climatici e tsunami devastanti sembrano unirsi in una prova generale che sembra un film di Emmerich... Francamente oggi la paura è riscontrare che quel che fino a ieri pareva un gioco intellettuale, sul quale persino scherzare, possa essere in qualche modo vero. E che quel personaggio dell'Estate di Montebuio che vedeva l'Onda finale e ci scriveva libri non sia soltanto un prodotto da fiction. Sarebbe una moralistica e indigeribile beffa.

Da quale spunto nasce questa storia di Montebuio?
Da una mia esperienza di vita accadutami nell'estate del '62 che racconto con pochissimi tocchi fittizi e dalla voglia di rappresentare l'immaginario, un po' malato, di uno scrittore di horror. Per questo è stato un lavoro faticoso e in qualche modo devastante. Ma L'estate di Montebuio è il romanzo che mi più mi ha dato soddisfazioni.

Il tuo personaggio meglio riuscito in questo libro.
Nell'opinione dell'autore Cassandra Marsalis, l'agente letterario di Morgan. Soprattutto per quel che la riguarda, da protagonista principale, nella terza parte del libro, Un mondo da salvare. Una donna incinta che affronta le varie fasi della sua non facile gravidanza sino al parto che coincide con il duello finale contro le forze del male. Mi sono immerso si può dire cellularmente nella carne, a me non esattamente consona, di una donna gravida e coraggiosa e per questo ne ho ricevuto plausi sinceri da un sacco di lettrici. Questa è stata un'autentica vittoria sul campo. E, se devo dar retta ai suggerimenti, Cassandra Marsalis ha tutte le qualità per ritornare, non so quando, in un secondo round.

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