L'ho visto in anteprima al Courmayeur Noir Festival, con tutti i pregiudizi che nutro da sempre verso l'horror, in qualsiasi forma. Jennifer's body, non mi è piaciuto, perché decisamente non appartiene al mio genere, ma lo stesso ho deciso di spendere qualche parola per questo film. Innanzi tutto perché lei, Diablo Cody, mi è piaciuta molto. Simpatica, spontanea, una persona che ti ispira semplicità, nonostante l'improbabile tatuaggio che le copre il braccio. E' sua la stesura di questo film, come lo era stata quella di Juno, Premio Oscar 2008 per la migliore sceneggiatura originale. Inoltre perché bisogna ammettere che qualche argomento di conversazione lo scatena, attraverso i suoi grandi temi di fondo: non solo gli adolescenti e la costruzione dei primi rapporti sentimentali, gli equilibri all'interno di un'amicizia e le paure esistenziali, ma anche la capacità di vivere il corpo, i confini tra dentro e fuori, tra lucidità e follia. Il lavoro di ricerca dei simbolismi attraverso la fiaba, l'iconografia della paura e il sarcasmo verso i luoghi comuni. Bella la fotografia, perfette le due interpreti in un confronto tra bellezze assolute e opposte, Megan Fox e Amanda Seyfried.
Diablo, qual è la chiave di lettura di Jennifer's body?
"Spero che tutti possano cogliere il doppio livello di lettura di questo film: da un lato è un horror, con il carico di paura e i lati oscuri. Poi c'è il livello del puro e semplice divertimento, nel quale ho cercato di spendermi con ironia. La sceneggiatura è un incrocio di storie: da un lato volevo una storia horror, di genere, che divertisse, dall’altro un’analisi sociale di cosa significa essere una teenager oggi negli Stati Uniti. E devo dire che sono stata fortunata a incontrare Karyn Kusama. Prima di lei altri registi si erano proposti, ma poi è arrivata Karyn e ho capito subito che avrebbe fatto il film esattamente come l’avrei realizzato io. Poi devo aggiungere che, essendo sia sceneggiatrice che produttrice, ho potuto scegliere con chi lavorare".
Una produttrice donna, come la regista e le interpreti principali. E' un caso?
"Ovviamente no... Per quanto il genere horror sia femminista, effettivamente il punto di vista che si è sempre affermato è stato quello prettamente maschile. È vero che in altri film sono stati costruiti dei personaggi femminili forti e importanti, ma credo che in Jennifer’s Body emerga prepotentemente lo sguardo femminile".
Possiamo definire "voraci" le tue protagoniste?
"Penso che il termine giusto per definirle sia "tipe con del mordente", e in questo caso è letterale. Questo film è un racconto sull’odio tra ragazze, la sessualità, la morte dell’innocenza, e anche sulle politiche adottate, il modo in cui la città risponde alle tragedie. Chi si permette di dare una risposta non convenzionale viene marchiato come traditore. Ma riguarda anche il divertimento, volevo scrivere un popcorn movie che piacesse a tutti".
"Penso che il termine giusto per definirle sia "tipe con del mordente", e in questo caso è letterale. Questo film è un racconto sull’odio tra ragazze, la sessualità, la morte dell’innocenza, e anche sulle politiche adottate, il modo in cui la città risponde alle tragedie. Chi si permette di dare una risposta non convenzionale viene marchiato come traditore. Ma riguarda anche il divertimento, volevo scrivere un popcorn movie che piacesse a tutti".
Intanto questa mattina la Giuria Internazionale del XIX Courmayeur Noir in Festival, presieduta da James Sallis ha attribuito i seguenti premi:
Leone Nero per il miglior film: Vengenace di Johnnie To "Per la forza visiva e narrativa delle immagini di un’amicizia estrema e per l’abilità del regista di fondere commedia e thriller in un modo avvincente".
Premio Speciale della Giuria: Black Dynamite di Scott Sanders "Per la scrittura intelligente, innovativa, ironica e le eccellenti interpretazioni. Il film, divertente dall’inizio alla fine, ha anche una indimenticabile colonna sonora originale".
Premio per la Migliore Interpretazione, ex-aequo: Florence Loiret-Caille in La dame de Trèfle di Jérôme Bonnell e Emir Kusturica in L'affaire Farewell di Christian Carion: "La prima per il ritratto sfaccettato e coraggioso di una donna allo stesso tempo fragile e feroce, e il secondo per la spontaneità e naturalezza con cui ha rappresentato un traditore appassionato e tradito".
Premio DocNoir per il Miglior Documentario: Killer Poet di Susan Gray. "Il film si distingue rispetto alle opere presentate in concorso per la coerenza tra soggetto e messa in scena, ci colpisce per la sua parabola esistenziale tormentata e originale e per l'approccio profondamente umano della regia che ci restituisce questa storia in tutta la sua emozione".
Per me Jennifer's Body è un film molto intenso e piuttosto estetico. Non riesco ancora a scrollarlo via e tra paura e risate il mix è proprio riuscito. Di questo Noir2009 è la cosa che mi rimarrà maggiormente tatuata addosso ;)
RispondiEliminaUna parabola su come la vendetta ti faccia rimpiangere di non aver perdonato.
Liz
L'ultima frase, Liz, mi fa venire in mente la saga di Saw-L'Enigmista, che a me piace, nonostante tutti ne dicano malissimo...
RispondiEliminaPioppi, sei stata nominata (sul blog!).
Abbraccio entrambe.