domenica 8 agosto 2010

Eric Fottorino, Baci da cinema

Villa Monastero, Varenna (Lc)

Ho letto Baci da cinema di Eric Fottorino (Nutrimenti, 185 pagg, 16 euro) per diversi motivi. Innanzi tutto mi incuriosiva il fatto che il direttore di Le Monde, il principale quotidiano francese, si fosse misurato con la narrativa, e in particolare con una storia d'amore. Da un cinquantenne che è partito dal nulla - da un semplice articolo inviato in redazione quando era poco più che ventenne - ed ha scalato fino ai vertici la gerarchia del giornalismo francese, mi aspettavo qualcosa di speciale: un romanzo denso, colmo di atmosfere, con personaggi in qualche modo emotivamente superiori. In questo devo dire subito che non mi ha deluso. E' un libro ben scritto, che scivola facilmente nella lettura, e che mantiene sempre alta la dignità. Forse avevo anche voglia di una storia d'amore, per cambiare un po' le cifre dei tanti gialli e noir che sto leggendo, ma temevo la banalità e il già detto, quindi ho aspettato qualcosa che promettesse serietà negli ingredienti principali. Il terzo motivo è che ogni tanto mi piace sentire parlare francese, evocare nomi, luoghi e quelle atmosfere dalle quali ogni intellettuale, soprattutto se parigino, non sa staccarsi. In Baci da cinema non manca nulla di tutto questo. Fottorino si muove sullo sfondo onnipresente del grande cinema di Francia, racconta alla Truffaut una storia sentimentale forte ma non incrollabile tra un giovane avvocato e una donna sposata e quindi sfuggente, affascinante senza eccessi. Due personaggi molti reali, anche e soprattutto nell'impegno che mettono in questo modo di amarsi così casuale. Sullo sfondo c'è il cinema delle dive, la figura paterna del protagonista che gli ha lasciato tanti ricordi ma anche troppi dubbi, a partire dall'identità della madre che non gli è mai stata svelata. E' un libro che si legge volentieri, con una sua gradevolezza e bellezza, ma in cui manca la scintilla della passione.

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