SenzaUnaDestinazione nel riflesso
Viaggio a quasi trecento all'ora, stordimento a tratti, linea telefonica che cade, posti caldi e comodi, biglietti cari, sessanta minuti da Milano a Bologna. Alta velocità che ti porta verso una giornata full, verso una bulimia di cose e di vissuti che dura dodici ore. Neve a fiocchi grossi come non se ne vedevano da anni. Arte Fiera e arte tantissima, cose da fotografare perché si vedono al volo, o perché sorprendono, perché non capisci se sono davvero arte o cosa, se nella memoria hai qualcosa di simile o solo il desiderio di vedere un'immagine così, prima o poi. La capacità di divertire confine tra l'arte che emoziona, e quella che si vende ma poi si dimentica. Pioggia al posto dei fiocchi bianchi, pioggia sottile che ti aggredisce umida dai piedi, si aggrappa alla spina dorsale e ti fa accortocciare, raffreddata e impotente nel tuo cappotto. Dentro e fuori i portici, un'osteria nel vecchio mercato che si è guadagnata spazio nel libro di un amico, un bicchiere di Pinot Nero, grande rosso tra i rossi che si amano d'inverno. Salumi e tartine, niente maionese che ho fatto indigestione da piccola, una mini-sacher che potresti mangiarne mille e stare sempre bene. Librerie bolognesi: una dopo l'altra, perché questa città ne ha tante di librerie, tante gente che entra e che esce, che compra, che ci fa un giro, che riesce a farle vivere, e anche tu come loro te ne vai con libri nuovi e taccuini. Poi Femmina alla Trame, una vera libraia, prima non viene nessuno e poi arrivano tutti. Nomi che finalmente diventano volti dopo anni, mani che si stringono, sorrisi calorosi e un bottino di piacevole umanità anche oggi. Sala piena, domande belle, ogni volta un nuovo modo di sentir raccontare un libro letto e riletto, due amici che lo presentano con affetto e grande sensibilità. Pubblico di gente che legge, che interviene facendo riflettere anche te che eri lì in un angolino. Donne o femmine? Quale differenza? Cosa ci piace davvero? Olga è più donna o più femmina? E noi cosa siamo oggi, femmine o donne? Cosa ci rimane tra la paura della ruga sul collo, della 42 che mi sento già grassa, il terrore del velinismo, la tv del "funziona tutto a meraviglia-vogliamoci bene", le conquiste del femminismo bruciate dalla sesta taglia del Grande Fratello che avanza veloce nella popolarità, mentre la altre femminil-carriere arrancano da sempre? Da cosa dobbiamo difenderci davvero? Il dubbio è sempre più grande, forse è un po' paura, quando ti guardi intorno, quando le vedi emulare felici e raggianti quello che tu detesti, dare corda agli emissari di un regno di finti buoni, pusher su commissione di un futuro fatto di contentini... E tu - donna o femmina ancora non si sa - cosa fai mentre ti guardi attorno? Le ami tutte lo stesso perché in fondo non si è diverse, oppure ti senti sempre più sola nel cercare ad ogni costo e non trovare un senso delle cose - di quelle cose come dignità, autoaffermazione, coraggio... - che dovrebbero stare al primo posto per tutte, donne o femmine che siano?
Una lezione di stile, da lei.