Sessanta conigli che si ripetono e che non sono mai uguali, grazie a un lavoro modulare e smembrabile che ricalca un concetto di fondo: la ripetizione di un sé simile nella genesi e diverso nel risultato. E' l'installazione realizzata dall'artista comasco Alessandro Di Pietro, che sarà in mostra, assieme ad altre sue opere, fino al 16 maggio allo Spazio Laboratorio La Cornice di Cantù, con il titolo Rosso dentro rosso fuori.
Come nasce questa installazione?
Sono figure di conigli realizzate con fogli di acetato su cui spalmo uno strato di bianco, poi strappo e passo uno strato di colore sulle venature. In questo modo il risultato è sempre diverso, non c'è mai un pezzo identico all'altro. Le venature rosse evocano l'apparato circolatorio come un flusso, come un reticolato che crea la forma. E' un work in progress del quale ognuno si porta a casa un pezzo, e io vorrei sapere dove va ogni parte di questa opera, in modo da crearmi un reticolato mentale fatto di punti che corrispondono alla dislocazione fisica di ogni figura di questo lavoro. Così il filo rosso delle vene diventa simbolo del filo rosso che unisce i pezzi quando prendono la loro strada. Unisce persone che inconsapevolmente hanno fatto una stessa scelta. Diventa il simbolo dei rapporti sociali che ci legano, e alla fine mostra come la trama interna di cui siamo fatti, si replichi anche all'esterno.
Perché il concetto di circuito è così centrale nella tua comunicazione?
Tutto sta all'interno di un circuito, e tutto ne ha uno all'interno. Abbiamo la consapevolezza di essere individui indipendenti, ma allo stesso tempo strettamente collegati ad altri individui. Questa riflessione è fondamentale nel mio lavoro, e assolutamente centrale in questa mostra. Il piccolo compone il grande, il grande racchiude il piccolo replicato: ecco la ripetitività e la modularità, concetti-base.
Il procedere per stratificazioni, oltre che una tecnica è anche una metafora?
E' un tema molto analitico, che sento profondamente in questo momento. Non so se rimarrà anche in futuro, ma ora ho molto presente questa immagine: stratificazione e reticolato. Forma e contenuto coincidono. C'è l'oggettività del procedimento ripetitivo, con un risultato sempre diverso, a volte evidente a volte per sfumature: come siamo noi.