A volte mi basta vedere la copertina per accantonarli. Leggere la quarta e capire che non c'è niente di nuovo, che quella trama non è nelle mie corde, che il numero di pagine è sproporzionato rispetto a ciò che si vuole raccontare. Altre volte abbandono perché con quell'autore ho già dato e mi basta. "Un lettore di professione è in primo luogo chi sa quali libri non leggere" diceva Giorgio Manganelli. Verissimo. Eppure capita di sbagliare valutazione, di leggere attirato da buone intenzioni e promesse, e poi di pensare di aver buttato via del tempo. E quindi l'antipatia che si trascina quel libro, dove lo porta? Può stare lo stesso in libreria tra gli altri? Oppure deve essere regalato? Esistono canali di riciclo dei libri che ci hanno delusi? Ma poi, cos'è che dà più fastidio: la consapevolezza di aver sbagliato valutazione o il tempo sprecato che poteva essere dedicato a qualcosa di meglio?
Alfredo Colitto, scrittore
Quando un libro mi delude, innanzitutto non lo finisco,
perché non mi piace perdere tempo a leggere qualcosa che non mi piace. Qualche
volta ho buttato dei libri, ma di solito li rispetto troppo, anche quelli
brutti. Così di solito li “libero” in qualche luogo di passaggio, sperando che
trovino un nuovo padrone che li apprezzerà più di me…
Andrea Fazioli, scrittore
Se un libro mi delude, cerco di non comprarlo. So che può sembrare un paradosso, e sono sicuro che in questo modo passo accanto a numerosi capolavori. Ma con gli anni ho imparato un po’ ad annusare un libro, e riesco a intuire se mi piacerà oppure no. Lo sfoglio, guardo l’inizio, leggiucchio qua e là… magari penso: sicuramente sarà un bel romanzo, ma non fa per me. Qualche volta invece, inevitabilmente, ci casco. In questo caso, devo ammettere che sono spietato: se un libro mi delude, lo butto via. Non ho malanimo, non mi precipito a sconsigliarlo, ma non potrei mai regalare un libro che non mi è piaciuto. Visto che la lettura può essere interrotta (non siamo obbligati a finire i libri brutti!), e che le opinioni sono fatte per essere sbagliate, la cosa che mi dà più fastidio è senz’altro avere speso dei soldi per acquistarlo… Può essere difficile distruggere un libro, cioè un oggetto comunque dotato di una certa nobiltà, ma è necessario (a meno che non si voglia uscire di casa per fare spazio alla carta stampata). Uno spunto può venire da Pepe Carvalho, l’indimenticabile personaggio creato da Manuel Vazquez Montalban. Carvalho, quando tornava a casa la sera, aveva l’abitudine di bruciare nel caminetto uno dei numerosi libri della sua biblioteca…
Cecilia Scerbanenco, traduttrice
Quando un libro mi delude, lo regalo. Più esattamente, li
accumulo e poi, se sono buoni ma non il mio genere, li regalo alla figlia di
una mia amica, lettrice affamata, e spesso le chiedo il suo parere. Se sono di un qualche valore. che so, collane, romanzi in serie, li porto in
biblioteca e gli chiedo se interessano. Altrimenti, se proprio sono brutti...
li infilo, sempre in biblioteca, in una provvidenziale cassettina dei libri
"in regalo", da dove chiunque può pescare! Raramente mi capita di sconsigliare un libro: ho dei gusti un po'... da vecchia
signora e quello che a me non piace so che magari può piacere tantissimo ad
altri. La cosa che mi dà più fastidio è avere sprecato dei soldi e anche essermi
sbagliata. Con quel che costano i libri... Sono una sostenitrice degli e-book: se
si riuscisse a farli costare poco credo che mi permetterei di sperimentare un
po' di più. La cosa peggiore che mi succede è che, quando trovo un libro davvero brutto, me
lo dimentico (file erase!): un paio di volte mi è capitato di
ricomprarli-rileggerli. Che disgrazia!
Chiara Beretta Mazzotta, editor
Un libro è un cattivo acquisto solo se scritto male, se la
storia è orrenda, se i personaggi colano a picco tra le pagine… Insomma, mi
comporto con i libri come farebbe con le donne un playboy di bocca buona: quasi
sempre, riesco a trovare qualcosa di buono. E se proprio non c’è nulla, un
pessimo libro lo porto in agenzia, perché agli autori serve sempre un esempio
di cosa non fare. Le delusioni non le sconsiglio, spendo più tempo a consigliare ciò che mi ha
convinto e no, non mi curo dell’opinione sbagliata che mi ero fatta. Mi capita
pure con le persone e ho imparato a chiudere un occhio… o il libro.
Dominique Manotti, scrittrice
Quando un libro non mi è piaciuto, lo metto nella mia libreria e lo dimentico. A volte degli amici passano, lo trovano e lo prendono. Ultimamente mi accade spesso - cosa che non facevo quando ero giovane - di chiudere un libro e di abbandonarlo dopo un centinaio di pagine, senza terminarlo. Non sconsiglio un libro, anche se mi ha fatta arrabbiare. Per una questione di stile e per questioni principio. E non regalo mai un libro che non ho apprezzato. Tranne quest'anno: ho traslocato, e sono stata obbligata a sbarazzarmi di cinquemila libri che non potevano trovare posto nel mio nuovo appartamento. Ho passato in rassegna la mia biblioteca, guardato tutto quello che ritenevo avrei voluto far leggere ai miei nipoti, o rileggere io stessa. Ho impiegato molto a decidere di regalare il resto, i libri che non mi sono piaciuti, perché il vero dono è un libro che amiamo... Alla fine un'associazione di carità è venuta a prendersi tutto.
Elisabetta Bucciarelli, scrittrice
Quando un libro non mi piace ci rimango male. Penso di aver perso tempo. E siccome di tempo ne ho poco, mi dimentico presto del libro in questione. Lo emargino in un angolo della libreria e lo seppellisco sotto altri come lui. Presto o tardi si farà di nuovo vivo e allora lo metto nella borsa dell'usato, dove qualcuno proverà a concedergli una seconda possibilità. Che si concede a tutti, nella vita.
Giovanni Choukhadarian, giornalista
Nessun libro mi delude, perché la letteratura non mi illude.
Se un libro non mi piace, lo accatasto e dico a tre o quattro persone: "guarda, m'è
arrivata 'sta cosa, non m'è piaciuta, la vuoi"? Se la vogliono, gli dò il libro
e festa finita. Altrimenti, il libro resta accatastato, fino a che lo metto con
altri della catasta in un cartone e finisce vuoi in garage, vuoi nel magazzino
di mio fratello.
Jerry Kramsky, scrittore
Se un libro mi delude lo appoggio in libreria assieme agli
altri, ma visto che i ripiani stanno debordando, credo che alla prima occasione mi libererò delle pagine traditrici.
Olga Piscitelli, giornalista
Non riesco a trattenermi dal dirlo e/o scriverlo. Un libro
brutto, soprattutto se pubblicato in malafede - quindi parlo di quei libri che
sono innegabilmente brutti, ma messi lo stesso sul mercato alla ricerca di
chissà quale alchimia con il lettore - è molto più che una delusione, è una
truffa. L'unica arma del lettore attento è quella di sabotare il
meccanismo, quindi basta lanciare non si dice il sabot che non usa più, una
scarpina, una ciabattina infradito per fermare le macchine del marketing e
limitare i danni delle vendite. La cosa che mi dà più fastidio è l'idea di aver perso tempo
a leggere un libro brutto. Se diffondo la notizia che è brutto, recupero quel
tempo, perché lo impiego e così non si butta via niente.