martedì 31 marzo 2009

Tre domande a Fabrizio Musa


Da un anno lavora con l’architetto svizzero Mario Botta, partendo dalle sue forme essenziali e affrontando un percorso verso la pulizia assoluta dell’immagine e l’esaltazione degli effetti luce-ombra. Il percorso di Fabrizio Musa, artista comasco, passa attraverso il razionalismo e la riscoperta dell'essenzialità della forma.

Come è nata la collaborazione con Mario Botta?
Un anno fa abbiamo scelto insieme quaranta edifici realizzati in tutto il mondo, da Tokio, agli Stati Uniti, fino al Mart di Rovereto, ma anche piccole opere come la chiesetta di Mogna. E' una ricerca sugli edifici a partire dalle piante, dalle bozze di progettazione, comprese quelle scartate o le pre-variazioni. Osservo l'intervento della luce, la struttura, i materiali utilizzati, attraverso le diverse visioni che mi derivano dal confronto tra più studi realizzati prima di arrivare alla mia interpretazione e quindi alla versione finale. Tutto questo diventerà una mostra nel 2010 a Milano.
Questo si può considerare un processo inverso rispetto a quello dell'architetto? Lui riempie il vuoto costruendo una forma, tu torni verso il vuoto destrutturando questa forma.
Si esatto. Il messaggio finale delle mie opere sta in un ritorno verso lo spazio vuoto, ed è il percorso esattamente contrario rispetto alla progettazione. Questo permette di vedere come interagisce la luce su determinati materiali o forme.
Continuando a stilizzare la forma, dove si arriva?
Non ho un'idea precisa del mio obiettivo. Sono certo che la partenza sta in un allontanamento dalla pura riproduzione, ma già questa è filtrata dal punto di vista fotografico che mi attira e che scelgo, e da qui si procede verso una sintesi della struttura. Mi piace l'idea di lavorare su immagini sempre più concettuali, partendo dalle strutture architettoniche come base.

Fabrizio Musa work in progress wall paint. Torino, Santo Volto, giugno 2008. Qui


domenica 29 marzo 2009

Piccoli editori, nuove collane, prezzi popolari

Si rivolgono a lettori differenti, cercano nicchie di mercato e di interessi da colmare, ma soprattutto ragionano sul prezzo di copertina, abbastanza contenuto da permettere, a chi deve decidere se acquistarli o meno, di valutare solo il contenuto, senza farsi condizionare dal costo: 10 euro, o poco di più. Tra editori già affermati che cercano nuovi spazi e piccole case sorte da poco, ho scelto quattro proposte che mi sono sembrate interessanti o curiose, e che elencherò in ordine di prezzo.

L'editore è già conosciuto per un nutrito catalogo di libri illustrati per bambini, di quelli che si comprano da regalare perché in realtà piacciono tanto ai grandi. Ora Topipittori, la casa editrice milanese di Paolo Canton e Giovanna Zoboli, propone una nuovissima collana, Gli anni in tasca. I primi tre titoli sono usciti da pochi giorni: Miralat di Diego Malaspina, L'estate del Lianto di Antonio Faeti e Il ragazzo è impegnato a crescere di Roberto Denti. Dieci euro il prezzo di copertina, tra le 100 e 200 pagine di lettura, per un'idea che prende spunto da una frase di François Truffaut a proposito del suo film Gli anni in tasca, del 1975: "Non si finisce mai con l'infanzia e non si finisce mai con le storie d'amore. Non è mai la stessa cosa. E poi mi sembra di rimediare a una certa ingiustizia perché non vi è proporzione fra l'importanza [dell'infanzia] nella vita e il poco spazio che il cinema le concede". Topipittori ha fatto la stessa cosa con questa serie di autobiografie di infanzia, che è andata a scovare adulti dalla buona memoria capaci di raccontare storie per tutti.

"Alta qualità e basso costo": è lo slogan dei MiniMarcos, le "truppe anticrisi" della Marcos y Marcos dei milanesi Claudia Tarolo e Marco Zapparoli, che ora mandano in libreria a dieci euro, tredici titoli del catalogo. Per iniziare Ho paura torero di Pedro Lemebel, "perché parla di libertà e delle tante forme dell’amore" nella convivenza tra un travestito passionale e di professione sarta e un militante del Fronte Patriottico alla ricerca di un covo sicuro per le riunioni clandestine. Happy birthday, turco! di Jakob Arjouni, è il primo dei quattro romanzi che vedono protagonista Kemal Kayankaya, "detective turco in una Francoforte a luci rosse", che nel 1985, dopo un grande successo editoriale in Germania e la riduzione cinematografica, inaugurò il filone europeo dell'etno-thriller.

Ferrarese, la Edizioni del Gorgo è nata prima di Natale per divulgare la letteratura polacca contemporanea e dell'Est Europa. Un patrimonio sconosciuto o conosciuto solo in piccolissima parte, attraverso autori che sono riusciti a far filtrare i loro scritti, e che sta affiorando solo ora, anni dopo la caduta dei regimi comunisti, anche grazie al lavoro di ricerca e scoperta di realtà editoriali come questa. Per il debutto la casa editrice ha scelto Quell'estate a Zawrocie di Hanna Kowalewska (217 pagg., 11 euro), storia dell'eredità di Matylda, reclusa nel suo monolocale cittadino, che inaspettatamente riceve dalla nonna Aleksandra la tenuta di famiglia, Zawrocie. Sarà l'inizio di un viaggio, anche introspettivo, di conoscenza dell'anziana donna dalla quale è sempre vissuta distante, ma anche di un intero mondo che ora le ruota attorno.

Infine Salani, con la collana nuova Petrolio, sconfina nel noir, di cui tra gennaio e febbraio sono stati pubblicati i primi due titoli: Quando la notte obbliga dello spagnolo Montero Glez (240 pagg. 13 euro), un’intricata e barocca storia ambientata tra il sud della Spagna e le periferie madrilene, quasi un ritmo e un sapore picaresco postmoderno. La morte è giovane dell'italiana esordiente Rita Gatto (288 pagg., 13 euro) è invece l'indagine su un uomo ucciso a fucilate in un piccolo borgo ligure, dove le vite dei residenti si incrociano con quelle dei villeggianti.


martedì 24 marzo 2009

Stendhal, Viaggio in Brianza

Un "turismo sentimentale" che ha toccato Giussano, Inverigo, Asso, i laghi del Segrino e di Pusiano, Oggiono e Monticello, per finire a Desio con una variazione al percorso. Un viaggio che Stendhal ha vissuto profondamente e tradotto in uno dei suoi migliori diari, il Viaggio in Brianza dell'agosto 1818. Uno scritto brevissimo e godibile, che l'Associazione Culturale Brianze ha ristampato (77 pagg., 5 euro) a oltre quarant'anni dall'ultima edizione, aggiungendo un'operetta quasi sconosciuta, Il forestiere in Italia, ambientata a Desio, e precisamente a Villa Traversi nel 1816, e rimasta incompiuta. Per il romanziere francese, questa tappa corrisponde agli incontri con Matilde Dembowski Viscontini, uno dei suoi più tormentati amori milanesi.
Nel Diario Stendhal ha racchiuso i suoi ritratti della Brianza, attraverso scorci anche minimi, ma elevati dal respiro ampio della sua scrittura. Racconta attraverso il suo punto di vita, elenca pregi e difetti di un ambiente naturale che, in alcuni rari tratti, è ancora riconoscibile. Definisce "morta" l'acqua del lago del Segrino, "incantevole" la vista di quello di Pusiano, si abbandona in considerazioni ironiche, omaggia la Brianza e la sua tradizione paesaggistica, indica la capacità di valorizzarla come misura della civiltà di chi la vive. I boschi diventano così paesaggi dell'anima, in questa celebrazione che - nella migliore tradizione del grand tour ottocentesco - diventa il resoconto di una esperienza sentimentale, di un momento di contemplazione, dell'ammirazione di valori non più astratti. I momenti reali si confondono con i ricordi, le immagini imprigionate nella mente, le memorie non scritte. Perché, come scrive Stendhal, "un diario simile è fatto soltanto per chi lo scrive".


domenica 22 marzo 2009

Alle signore piace il nero

Sono quattordici, legate in questo libro da un denominatore comune: il noir. Scrittura di genere con varianti di stile e di punto di vista, ma sempre diretta a raccontare un tema comune, la madre cattiva. L'antologia Alle signore piace il nero (Sperling&Kupfer, pagg. 298, 18.90 euro), raggruppa racconti di Barbara Garlaschelli e Nicoletta Vallorani (curatrici) e di altre scrittrici italiane la cui estrazione non è necessariamente legata al genere, come Carmen Covito, Grazia Verasani, Nicoletta Sipos, Donatella Diamanti, Cinzia Tani. Tra le altre firme - Licia Giacquinto, Adele Marini, Daniela Piegai, Daniela Losini, Claudia Salvatori e Diana Lama - anche Elisabetta Bucciarelli, che in questa raccolta porta come sempre l'ispettore di polizia Maria Dolores Vergani, protagonista seriale del suo scrivere, ma finora vista quasi esclusivamente nella forma estesa del romanzo. 
In che modo Maria Dolores Vergani si racconta nella dimensione di un racconto?
Dal 1995 scrivo solo storie con protagonista lei, Maria Dolores Vergani. E' una donna e di lavoro fa l'ispettore di Polizia. Ne racconto sia la vita personale che quella pubblica e come le due cose riescano a produrre cambiamenti e rivoluzioni. Così mi pare accada nella vita di tutti, a meno che il lavoro non sia solo una fonte di guadagno. Le storie da poche pagine mi permettono di mettere a fuoco dei particolari della sua esistenza. Di dare al lettore che la conosce una tesserina in più da inserire tra un romanzo e l'altro. A chi invece non sa nulla di lei, la possibilità di avvicinarla a piccole dosi. In Primo pelo, il mio racconto, la Vergani osserva una madre e una figlia, alle prese con l'invidia e la cattiveria.
Secondo te il racconto noir in questo momento funziona, e a che tipo di lettore si rivolge?
Non so rispondere a questa domanda. Non so se funzioni o meno. Io leggo i racconti, indipendentemente dal genere, per capire il passo narrativo di un autore. Come se fossero un aperitivo. Il Noir in generale, funziona perchè siamo immersi nel nero. Parla di noi, come i format televisivi, ma con il respiro della scrittura. E abbiamo un gran bisogno di parlare di noi, mi pare. Per chi scrive ha un vantaggio, possiede delle regole. Per esempio non è cronaca nera, non è semplicemente un'atmosfera cupa, non dovrebbe essere solo una trama di indagine. Mostra un morto e chi ha commesso il fatto e cerca di capire il perchè. Psicologia, sociologia e sensibilità sono le caratteristiche che dovrebbe possedere. E lasciare un sapore, alla fine. Che non è solo il disgusto per il Male ma anche il fascino oscuro che lo rende continuamente perseguito da molti.
Dove troveremo prossimamente la Vergani?
Maria Dolores sta cercando risposte. Alla cattiveria, alla falsità, al dolore. Agli uomini che non sanno amare o che non vogliono farlo, alle madri cattive, a chi sporca e brutalizza il candore dell'infanzia. S'interroga sul perdono, cerca di capire se davvero alla fine, può rendere liberi. E intanto indaga, sul mondo e su se stessa. Mi ha fatto male scrivere questo libro ma credo che ne sia valsa la pena. Io ti perdono è il titolo, Colorado Noir/Kowalski l'editore e il 7 maggio sarà in libreria.


venerdì 20 marzo 2009

Maurizio Galimberti, il punto di vista

Giovedì 19 marzo, ore 21, Scuola d'Arte di Cantù. Zapping tra due ore di lezione tenute dal fotografo Maurizio Galimberti a studenti e insegnanti, ad artisti e a SenzaUnaDestinazione.

Studi da geometra, il punto di vista rigoroso e sequenziale affinato nei cantieri, lo scatto a ripetizione capace di frammentare e ricomporre un'immagine, un edificio e un paesaggio, il punto di vista immobile mentre l'orizzonte si allarga e si modifica. Le istantanee di Maurizio Galimberti hanno girato il mondo, il volto caleidoscopico di Johnny Depp è sul suo biglietto da visita, la Polaroid salda nelle sue mani è scivolata sul volto dei grandi in tutto: attori, politici, musicisti, registi, artisti, industriali, uomini e donne di cultura che si sono prestati a vedere la loro immagine scissa, movimentata, messa in discussione, ricomposta in movimenti diventati eterni.


Johnny Depp

"Con i miei mosaici decido quando partire e dove arrivare. Dilato i volti scomponendoli nei fotogrammi, e il senso della dinamica ti porta da un punto all'altro. In un insieme c'è sempre qualcosa che sale e qualcosa che scende con un suo ritmo. Io faccio un mix di questi due concetti: la figura statica e il suo movimento. La sequenza è sempre la stessa, il movimento meccanico: da sinistra a destra, dall'alto in basso. Spostamenti minimi, nessuno scarto di fotogrammi, un rimando continuo alla struttura visiva".

"Ci sono persone che mi hanno fatto capire molte cose importanti: i registi e i poeti. E' stata una fortuna conoscerli e confrontarmi con loro. Oppure i "grandi vecchi": Lalla Romano, Mario Luzi, Norberto Bobbio. Avvicinarti con la macchina fotografica, farla scivolare sui loro volti, ti dà un'emozione che non puoi spiegare".

Goran Bregovic: "Aveva la musica in testa,
le mani gli chiudono le orecchie per trattenerla".

"Il vantaggio della Polaroid sta nella precisione del punto di vista che scegli in partenza, perché non puoi scattarne decine. Ora ci sono macchine che scattano sette fotogrammi al secondo, decine di foto in pochi attimi: ma in tutto questo che fine fa il tuo punto di vista? Quello che mi interessa non è lo scatto fine a se stesso, ma l'interazione con le emozioni".

"Fondamentale è avere dentro un progetto al quale attingere. Studio, applicazione, voglia: questo ti spinge a cercare le cose. Bisogna guardare e poi ancora guardare, assorbire quello che vedi e poi raccontarlo. Tutto nasce dalle tue emozioni e non dalla meccanicità della tecnica, dall'uso di un computer o di un programma informatico. L'immagine perfetta non esiste, non serve. Il fascino dell'imperfezione sta nel non poter mai prevedere al cento per cento il risultato delle tue manipolazioni. Come quando lavori con una pellicola scaduta, che ti restituisce colori alterati e imprevedibili".


"Una delle cose più belle dell'arte è raccontare le cose nella loro essenza, togliere fino ad arrivare alla loro anima. Bisogna saper essere critici con se stessi. Basta una perplessità, un "però" che scaturisce dalla prima occhiata a far capire che una cosa non funziona. E' importante anche avere punti di riferimento con i quali confrontarti, che non ti dicono cosa devi fare, ma che seguono con te il tuo progetto e ti dicono se stai andando nella direzione giusta".

"Sono partito dal neorealismo che caratterizza il Viaggio in Italia, con rimandi molto cinematografici, poi mi sono mangiato la Polaroid. Gli scatti singoli di oggi, a quindici anni di distanza, sono contaminati dall'arte. Ci sono momenti in cui tiri fuori le storie che hai dentro, le conoscenze, la cultura. Per esempio, se non avessi studiato Boccioni e il Futurismo non sarei finito a lavorare su questo tipo di immagini. Sono stato trascinato dalla Bauhaus, ho guardato molto alla Turchia e al mondo islamico nel ripetersi delle loro architetture, ai fotografi dell'Europa dell'Est".

Folon in un dittico, due Polaroid 50x60

"Ho ancora pellicole Polaroid per i prossimi due o tre anni, poi vedremo. Ho sentito dire che forse torneranno a produrre un modello, altrimenti troverò un'altra soluzione. Non ci penso ora, altrimenti mi si blocca la creatività. Per ora il mio progetto deve andare avanti".

Maurizio Galimberti, la sua bibliografia.


mercoledì 18 marzo 2009

Bibliografia dell'erotismo: l'aggiornamento

Dai commenti al post arrivati qui e su Facebook, ecco un aggiornamento alla bibliografia, e anche alla playlist.

CLASSICI
Giovanni Boccaccio, Decamerone
Geoffrey Chaucer, I racconti di Canterbury
Guillaume Apollinaire,
Le undicimila verghe
Saffo, Frammenti
Ovidio, Ars amatoria-Amores
Catullo, Carmina
Petronio, Satyricon

NUOVI ARRIVI
Curt Leviant, Diario di un'adultera, Guanda
Norman Rush, Accoppiamenti, Elliot

QUELLI "che forse sono più letteratura, ma..."
Vladimir Nabokov, Lolita, Adelphi
Marguerite Duras, L'amante, Feltrinelli
Margaret Mazzantini, Non ti muovere, Mondadori, dove "ci sono dei passaggi di un sottile erotismo"

Jean Raymon, La lettrice, Robin
Milano Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, Adelphi
Josephine Hart, Il danno, Feltrinelli
Raul Montanari, La prima notte, Baldini Castoldi Dalai
Patrick McGrath, Follia, Adelphi

INOLTRE:
Henry Miller, 
Sexus, Plexus, Nexus, Mondadori
Henry Miller, Opus Pistorum, Feltrinelli
Charles Bukowski, un po' tutti i romanzi, Feltrinelli
Maxim Jakubowski, Vita nel mondo delle donne, ES

Maxim Jakubowski, Kiss me Sadly, Mondadori

Anaïs Nin, Uccellini, Bompiani
Alina Reyes, Una notte con Marilyn, Meridiano Zero

Rocco e Antonia (pseudonimo di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera), Porci con le ali, Mondadori

Melissa P., Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, Fazi, citazione a cui sono contrari alcuni lettori

GLI ORIENTALI
Li Yu, Il tappeto da preghiera di carne, Bompiani
Ysunari Kawabata, La casa delle belle addormentate, 
ES
Junichiro Tanizaki, Morbose fantasie, Einaudi
Junichiro Tanizaki, La chiave, Bompiani
Yukio Mishima, Una virtù vacillante, Einaudi

Suzanne Brøgger, Crème fraiche e Liberateci dall'amore, scrittrice danese per ora non tradotta in italiano

FUMETTI
Milo Manara, Il gioco, Mondadori
Magnus, Le 110 pillole, Alessandro editore

SITI INTERNET
Il Gioco di Milo Manara
Daniel Egnéus, illustratore della copertina de La vita sessuale dei camaleonti, di C.D. Formetta

MUSICA
Lezioni di piano, la colonna sonora
Marvin Gaye, Sexual healing
Massive Attack, Angel


sabato 14 marzo 2009

Erotismo, una bibliografia



Parto da un Pulcinoelefante
Erotjk
tirato in 33 copie nel settembre 2006:
"L'erotismo è un punto fermo che ribolle"

CLASSICI
François De Sade, La nouvelle Justine, ES , (1791)
Emmanuelle Arsan, Emmanuelle, Bompiani (1967)
Pauline Réage, Histoire d'O, ES (1954)
Leopold von Sacher Masoch, Venere in pelliccia, ES (1878)
John Cleland, Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere, ES (1749)
Kamasutra a cura di Wendy Doniger e Sudhir Kakar, Adelphi
David H. Lawrence, L’amante di Lady Chatterley, Rizzoli (1885)


ITALIANI
Carolina Cutolo, Pornoromatica, Fazi
Giulia Fantoni, I nuotatori, ES
Cristiana Danila Formetta, La vita sessuale dei camaleonti, Coniglio editore
Camillo Langone, Scambio di coppie con uso cucina, ES
Francesca Mazzuccato, Enigma veneziano, Pizzo Nero
Nadiolinda, Se non ti piace dillo, Mondadori
Stefania Piloni, Prima di questo letto, Tea
Alina Rizzi, Amare Leon, Pizzo Nero
Alina Rizzi, Come Bovary, Traven Books


FRANCESI
Emmanuelle Arsan, Emmanuelle, Bompiani
Louis Calaferte, La meccanica delle donne, ES
Emmanuel Carrère, Facciamo un gioco, Einaudi
François De Sade, La nouvelle Justine, ES
François De Sade, La filosofia del boudoir, ES
François De Sade, Le 120 giornate di Sodoma, Guanda
François De Sade, Il marito prete e altri racconti, Lindau
Anaïs Nin, Henry&June, Bompiani
Anaïs Nin, Il delta di Venere, Bompiani
Anaïs Nin, La voce, Bompiani
Raymond Radiguet, Le diable au corps, Librio
Pauline Réage, Histoire d'O, ES
Alina Reyes, Dietro le quinte, Guanda
Alina Reyes, Fughe d'amore, Marsilio
Alina Reyes, Il macellaio, Tea
Alina Reyes, La settima notte, Guanda
Alina Reyes, La politica dell'amore, Guanda



AMERICANI
Melanie Abrams, Il gioco, Einaudi
Tony Bentley, The surrender, Fazi
Nicholson Baker, Vox, Bompiani
Erica Jong, Paura di volare, Bompiani
Henry Miller, Tropico del Cancro, Mondadori
Henry Miller, Tropico del Capricorno, Mondadori
Susanne More, Dentro, Tea
Valerie Solanas, Manifesto per l'eliminazione del maschio, ES
James Stalter, Un gioco e un passatempo, Rizzoli


ALTRI
Almudena Grandes, Le età di Lulù, Guanda (Spagna)
Salwa Al-Neimi, La prova del miele, Feltrinelli (Arabia)
Maxim Jakubowski, Memorie di un pornografo romantico, Mondadori (Gran Bretagna)
Elfriede Jelinek, La pianista, Einaudi (Austria)
Charlotte Roche, Zone umide, Rizzoli (Germania)



ANTOLOGIE
Pene d'amore, Guanda
Ragazze che dovresti conoscere, Einaudi
Best erotica 2008, Mondadori
Eros up, Mondadori
Eros amore, Arpanet
Thriller sex, ES



SAGGISTICA
Elisabetta Fernandez e Massimiliano Miggiani, Arte sesso società, Meltemi
aa.vv., Arte e erotismo, Mondadori Electa
Enrico Remmert e Luca Ragagnin, Elogio dell'amore vizioso, Marsilio
Francesco Alberoni, L'erotismo, Garzanti
Georges Bataille, L'erotismo, ES
Gerges Bataille, Storia dell'occhio, ES
Jean-Luc Henning, Breve storia delle natiche, ES




POESIA
Patrizia Valduga, Cento quartine e altre storie d'amore, Einaudi
Patrizia Valduga, Quartine seconda centuria, Einaudi
Patrizia Valduga, Requiem, Einaudi
Patrizia Valduga, Lezione d'amore, Einaudi
aa.vv., Poverbi erotici lombardi, ES
Giorgio Soavi, Femminile, ES
Elena Torresani, L'inferno di Eros, Andrea Oppure Editore



FUMETTI
Guido Crepax e Pauline Réage, Histoire d'O, ES
Guido Crepax, Valentina. Storia di una storia, ES
Guido Crepax, Venere in pelliccia, ES
Guido Crepax, Emmanuelle, ES
Guido Crepax, Justine, ES
Guido Crepax e le arti, De Agostini-Rizzoli
Milo Manara, Kamasutra, Mondadori
Milo Manara, A riveder le stelle, Mondadori
aa.vv., Manga. Il meglio del fumetto erotico giapponese, Mondadori
Larry Gonik e Cristine De Vault, La guida del sesso a fumetti, Bompiani
Alda Teodorani, Sesso col coltello, Cut Up
aa.vv., Alta infedeltà. Il meglio dell'eros italiano a fumetti, Mondadori



Erotismo, la playlist

Questa invece è la mia playlist di musica. Canzoni alla rinfusa, senza ordine di preferenza, qualcuna da ascoltare con attenzione, qualcuna come buon sottofondo.

George Michael, I want your sex (1987)
Joe Cocker, You can leave your hat on (1986)
Sade, The sweetes taboo (1985)
Lenny Kravitz , If you can't say no (1998)
Eurythmics, Here comes the rain again (1983)
Patty Pravo, Pensiero stupendo (1990)
Ligabue, Certe notti (1997)
Negramaro feat Jovanotti, Cade la pioggia (2007 )
Prince, Kiss (1986)
Bryan Ferry, Slave to love (1985)
Madonna, Frozen (1998)


lunedì 9 marzo 2009

Manotti, Vite bruciate

Ecco il "polar", il romanzo francese che "non è noir e non è poliziesco", ma ha tutti gli elementi della denuncia sociale, mentre cerca di spiegare un accadimento, il perché di una morte: la dimensione di vita della fabbrica e gli infortuni sul lavoro che si ripetono, l'esasperazione degli operai e le rivolte, gli interessi delle cordate dell'alta finanza. Una dimensione claustrofobica del lavoro operaio, con in primo piano i conflitti e i soprusi. Uscito per Marco Tropea editore, l'ultimo romanzo di Dominique Manotti, da poco tradotto in Italia - Vite bruciate, pagg. 283, 16.60 euro - ricostruisce le lotte per il potere e le forti tensioni delle banlieue francesi, denuncia gli interessi di classe, inventa una figura di investigatore, l'ex poliziotto Charles Montoya, dove si ritrovano tanti richiami alle figure classiche della narrativa di genere, ai trascorsi oscuri, alla voglia poco esibita di riscatto. "In un romanzo - dice la Manotti, in Italia per presentare il libro - è molto importante portare avanti le situazioni vere e non la fiction. Le storie si raccontano attraverso la forza dei personaggi, che devono essere ben costruiti, verosimili. Attraverso l'incontro tra il detective Montoya e l'operaia Rolande, si vede un mondo. Si vede l'antitesi tra due appartenenze che, nonostante tutto, si attraggono". I romanzi di Dominique Manotti sono così, libri-mondo, dove non interessa il finale consolatorio: "Non voglio regalare per forza qualcosa di positivo ai miei lettori - precisa l'autrice francese, cinque titoli pubblicati in italiano e una vita da sindacalista alle spalle -, preferisco lasciare spazio a conclusioni diverse". In Vite bruciate la fabbrica è vista attraverso gli occhi di una donna, un personaggio lucido e forte, capace di slegare la sua esistenza dal contesto a cui appartiene: "Non per tutti è così - conclude la Manotti -. Ci sono donne che non sanno separarsi da ciò che hanno intorno, invece a me piacciono quelle che si costruiscono la propria identità in modo indipendente, anche rispetto alle altre donne".

Musica: direi questa.


domenica 8 marzo 2009

Hundertwasser

"Vi sono diversi generi di sporcizia. Nel linguaggio comune rifiuti e sporcizia sono generalmente due cose diverse. Collocando la sporcizia in luoghi inappropriati, la si rende visibile. Il termine "rifiuti" (decontestualizzato) definisce i confini dell'ecologia ed è, come i confini dell'arte (delimitata dal kitsch), al centro dell'interesse estetico di Hundertwasser. I rischi di una distinzione tra sporcizia (polvere, terra) e rifiuti sono molto alti, così come quelli connessi alla distinzione tra uomo come parassita sfruttatore e uomo come componente positiva del mondo".
Harry Rand, Hundertwasser (Taschen).


domenica 1 marzo 2009

Un luogo, un suono, un'immagine, una storia

Le mie ultime ventiquattro ore sono state questo...


Un luogo: Palanzo di Faggeto Lario. Una strada tortuosa, rumori distanti, il lago dall'alto nascosto dalla foschia che lo protegge come una coperta sospesa, due ripetitori piazzati selvaggiamente sopra il cimitero, dove finisce la strada che tredici chilometri prima si stacca da Como, eppure nessun segnale capace di dare vita ai telefoni cellulari. Case di pietra arrampicate su livelli disordinati, gradini di acciottolato consumati, freddo dentro e fuori le pareti, finestre dove chi viveva decenni fa ha abbandonato un brandello di pizzo che sventola senza sosta. Un rifugio per artisti, musicisti, scultori, ceramisti. Un posto dove smettere di avere fretta.


Un suono. Edvard Grieg, Franz Liszt e Pyotr Ciajkovskij in un sorprendente adattamento per pianoforte de Lo Schiaccianoci di Franco Torri, pianista e compositore capace di assemblare note cariche di passione, come nei suoi Percorsi della memoria, e di rileggere gli spartiti dei grandi con devozione e innegabile bravura. Ogni due settimane nel salotto della sua abitazione di Lemna si ritrovano una trentina di persone, giovani e meno giovani, incantate per due ore dalle sue dita che scivolano sui tasti. In cambio per lui solo un caloroso applauso.


Un'immagine. Una forma essenziale, un cubo di luci fluo dove si incrociano luce naturale e artificiale. L'installazione BiancoFluo dell'artista comasco Yari Miele, allestita a Como, invita a girarle attorno, ad attraversarla, ad annientare i perimetri e gli spazi di cui sembra essere fatta, che scompaiono nel movimento di chi osserva e nel contrasto luminoso.


Una storia. I cinquecento quadri di Gianluigi Bianchi, artista milanese allievo di Aldo Carpi e scomparso nel 1973, ritrovati dopo quarant'anni di oblio ed esposti in questi giorni a Carimate. Pitture cupe dall'impatto quasi freddo, ma capaci di coinvolgere silenziosamente nella storia che raccontano, di bloccare lo spettatore nei pochi attimi in cui osserva l'altezzosa virilità di un gallo, l'inquietudine dei sogni di un macellaio, le ali di una farfalla destinate a vivere per il solo giro di una lancetta d'orologio, l'umanità di un asino. Un tratto pittorico spigoloso che ricorda Chagall, ma che si ammorbidisce nei bellissimi disegni: asini e ancora galli, uno dei suoi temi ricorrenti, un violinista e un giocoliere dagli sguardi distanti. Un "espressionista fiabesco", come lo hanno definito Dorian Cara, curatore della mostra di Carimate, e Antonella Ferrari, che si è fatta carico del lungo restauro di queste opere di cui ancora non si conosce la destinazione futura. Un indagatore delle solitudini dell'anima, dei drammi eterni, della curiosità del vivere alle cui spalle sta il ricordo della morte. Una piacevole sorpresa.