venerdì 29 gennaio 2010

Protagonisti seriali 4: Carlotto, Fazioli, Perissinotto

Altri tre autori - gli italiani Massimo Carlotto e Alessandro Perissinotto, e lo svizzero Andrea Fazioli - raccontano come sono nati i loro personaggi, e quando sono diventati protagonisti di serie narrative.

Massimo Carlotto e l'Alligatore, investigatore non convenzionale: l'ultimo romanzo è L'amore del bandito (Edizioni e/o)
Il personaggio dell'Alligatore nasce dalla necessità di non essere costretto a usare un appartenente alle forze dell'ordine o alla magistratura. Non solo perché già abbondantemente presenti nella produzione di moltissimi scrittori ma soprattutto perché mi avrebbero obbligato a riprodurre un certo tipo di verità "filo istituzionale" che non mi ha mai interessato. Una sera ascoltando blues in un fumoso e alcolicissimo locale mi sono chiesto: "E se il mio investigatore fosse un ex cantante di blues, ex galeotto e ossessionato dalla verità che si mette al servizio degli avvocati per raccogliere informazioni nel mondo della mala?". L'ho trovata subito un'ottima idea. Ho deciso che sarebbe diventato un personaggio seriale mentre scrivevo il plot del primo romanzo: la verità dell'Alligatore. Avevo intuito la novità e le potenzialità di Marco Buratti.

Andrea Fazioli e l'investigatore privato Elia Contini: l'ultimo romanzo è Come rapinare una banca svizzera (Guanda)
Nel mio caso, è stata una serialità inaspettata… Quando ho scritto il mio primo romanzo, mi muovevo in un territorio inesplorato: nella Svizzera italiana mancava una tradizione di romanzi avventurosi (di genere giallo, noir o thriller). Forse per questo non ho pensato a un poliziotto ma a una figura più discreta (più svizzera?): un investigatore privato elegante, quasi timido, con un’anima per metà socievole e per metà scorbutica. Il personaggio è nato quasi per caso, all’inizio come figura secondaria. Contini ha un ufficio sulla riva del lago di Lugano, e per lavoro si muove fra banche, intrighi, uomini in giacca e cravatta. Poi però ogni sera torna nella sua casa di Corvesco, un piccolo comune nella parte nord del Canton Ticino. Lassù, fra i boschi e le montagne, Contini rivela la parte più selvatica del suo carattere. Cammina per i sentieri, lungo i ruscelli, osserva gli animali, si è fatto degli amici tra gli abitanti del luogo (alcuni assai bizzarri). Questa doppia anima, per metà boschiva e un po’ scontrosa e per metà metropolitana e socievole, rispecchia il territorio nel quale si muove Contini, cioè la Svizzera italiana: dalle nevi del San Gottardo fino ai limoni sul Lago Maggiore! Contini è diventato seriale perché ama mantenere i suoi segreti. Essendo taciturno e poco propenso a parlare di sé, è difficile capire che cosa cerchi, che cosa voglia dalla vita. Alla fine del primo romanzo mi è rimasto il desiderio di saperne di più, e così mi sono divertito a metterlo di nuovo in difficoltà. Cerco però di fare in modo che i romanzi con Elia Contini siano diversi gli uni dagli altri. Lui è il catalizzatore della vicenda, però si muove di volta in volta in mondi particolari, accanto ad altri personaggi forti e all’interno di storie costruite in maniera differente. Insomma: tanto io quanto Contini cerchiamo di non annoiarci mai…

Alessandro Perissinotto e la psicologa Anna Pavesi: l'ultimo libro è L'orchestra del Titanic (Rizzoli)
Quando, nel 2004, sono passato dal poliziesco storico a quello contemporaneo, ho capito che ciò che più mi interessava nelle storie di crimine, non era la soluzione del caso, l'individuazione del colpevole, ma le dinamiche psicologiche che conducono al crimine stesso, i traumi, le vicissitudini che trasformano una persona normale in un assassino. Ed ecco dunque affacciarsi alla mia mente l'immagine di un detective che, invece di rilevare le tracce materiali in stile Csi, preferisce addentrarsi nei labirinti della mente e dell'animo. Da qui dunque il progetto di una detective psicologa. Perché una psicologa e non uno psicologo? Perché avevo voglia di confrontarmi con la narrazione al femminile, avevo voglia di sperimentare qualcosa che, nella vita, era estremamente lontano da me. Terminato il primo romanzo, Una piccola storia ignobile, mi sono accorto che il personaggio di Anna Pavesi non esauriva le sue potenzialità all'interno di quella singola storia, ma che, ormai trasformato dall'esperienza della sua prima indagine, poteva agire in altre vicende. Sono così nati L'ultima notte bianca, in cui Anna Pavesi torna in una Torino trasformata dalle olimpiadi del 2006, e L'orchestra del Titanic, che invece si svolge in Tunisia. Molti mi chiedono se Anna tornerà. Al momento, con Per vendetta, ho abbandonato il poliziesco; in futuro forse...


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