Li leggo quasi tutti, rubriche e inserti, concentrati soprattutto nel fine settimana: Tuttolibri La Stampa, La Repubblica Libri ora diventato R2 Cult, Corriere della Sera, Domenicale del Sole 24 Ore. Poi i periodici: D di Repubblica, Io Donna, Leggere:tutti, Bookshop (più settoriale e selettivo). Pagine o intere riviste dedicate alle recensioni o alle segnalazioni delle novità editoriali. Che stanno diventando sempre più noiose. Quello che mi tiene più legata al loro acquisto è il piacere di continuare a trovarmi tra le mani qualcosa di cartaceo, più che la ricchezza dei contenuti. Nulla o quasi le differenzia dal tavolo delle novità di qualsiasi libreria: stessi titoli, stesse considerazioni. Mi piace PulpLibri, bimestrale con qualche lunga intervista e molte recensioni, pochi titoli da primi posti delle classifiche e parecchi piccoli editori. Tra gli altri invece è piattume. Chi aspira ad andare controcorrente, cercando di criticare gli autori o i titoli che imperano nelle vendite, lo fa quasi sempre con spirito polemico e non costruttivo, se non addirittura con inutile maleducazione.
Quindi, dove e come curiosare per un consiglio? A parte mettere il naso tra gli scaffali delle librerie e ascoltare i consigli degli amici, a parte cose come questa o questa, devo dire che la rete sta diventando sempre più stimolante. Non mi riferisco tanto ai blog o siti più noti, che spesso si prestano a insopportabili e logorroiche polemiche. Sto diventando sempre più insofferente nei confronti dell’inutilità e del superfluo, e quindi non fanno per me. Ci sono invece indirizzi meno noti, ma molto più indipendenti, che tengo d’occhio con piacere. Per esempio Noi del ghetto dei lettori con il suo grande seguito, Angolo Nero o Thriller Café per la narrativa di genere, Erotismo in lettere quando parla di libri, Letteratitudine con i dibattiti Gruppodilettura, 52 libri più virato sui classici. Ogni tanto do un’occhiata a Italica e Rai Libro. Altri ancora, dai quali mi è capitato di passare, non riesco a leggerli perché sono disordinati o scialbi. Però gironzolo e guardo di cosa parlano.
Poi c’è la grande risorsa aNobii, fatta dai lettori con giudizi, commenti suggerimenti. Anobium punctatum è il tarlo della carta, che divora i libri e se ne nutre. Questo mi diverte molto: una volta vinta la remora di entrare nelle librerie a caso, che un po’ lascia il senso di andare a curiosare in casa d’altri, diventa un vero piacere. Su questi scaffali virtuali si trovano titoli mai sentiti, le affinità e diversità portano da una libreria all’altra permettendo di esplorare il proprio interesse del momento, o di sentire il polso di qualcosa che ci attira. Di capire se chi ha trovato un libro bello ha gusti simili ai nostri, e quindi condivisibili. Oppure fare domande a lettori che sono quasi sempre sconosciuti, nascosti dietro un nick che gli permette di esprimere anche tutta la disapprovazione o ribellione verso un autore, un romanzo, un saggio. Perché qui, salvo poche e trascurabili eccezioni, ci sono giudizi privi di secondi fini. Ci sono le scoperte e i titoli trascurati dalla cultura commercializzata, dagli accordi tra uffici stampa e redazioni dei giornali, dalle strumentalizzazioni dei primi letterari.
Da pochi giorni è uscito il libro di aNobii: Il tarlo della lettura (Rizzoli, 493 pagg., 18 euro): 100 libri (anzi, 200 con i “bonus track”, ulteriori scelte nelle librerie degli aNobiani) nelle recensioni dei lettori in quattro anni di vita del social network, che oggi conta oltre quattordici milioni di libri schedati, letti, recensiti, criticati ed esaltati. Alcune sono spassosissime e fulminanti, le mie preferite. Da tenere, consultare, leggiucchiare. E da mettere sulla libreria di aNobii.