Sullo sfondo, cervello di una femmina di età giovanile, attivo e ottimamente funzionante, nell'immagine realizzata durante una risonanza magnetica
Il cervello femminile è geneticamente molto più emotivo, più flessibile quando si tratta di distinguere il bene dal male. Quello maschile più cinico e razionale. Inoltre, nelle donne è stata dimostrata la presenza di una sorta di "interruttore" che, se spento, le rende ciniche come gli uomini. Non è una novità, ma ora il risultato emerge anche da uno studio sviluppato dai ricercatori dell’Università di Milano, guidati da Alberto Priori, in collaborazione con il San Raffaele di Milano e l’Università di Padova, pubblicato on line sul sito scientifico Plos One. Secondo i ricercatori, il cervello morale femminile sarebbe plastico, e il suo funzionamento modulabile con il semplice passaggio di una debolissima corrente elettrica, non percepibile dal soggetto ed assolutamente indolore, applicata sulla fronte. "Questo studio - sostiene Priori, direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell'Università degli degli Studi di Milano - conferma la differenza di comportamento morale tra uomini e donne, una diversità che affonda le sue radici nella biologia e nella neuroanatomia, e che è indipendente da fattori culturali, quali la religione e l'educazione. In conclusione, i risultati dello studio, quindi, suggerirebbero che mentre la morale maschile è immodificabile, quella femminile lo è probabilmente per l'esistenza di aree cerebrali che hanno la funzione di "interruttore" su questo tipo di comportamento".
Consapevoli che uomini e donne si comportano diversamente in situazioni conflittuali, è stato riscontrato che un input esterno come il passaggio della corrente debolissima sulla cute del cranio, interferisce con la nostra capacità di giudizio morale accentuando ancor più tali differenze. Infatti, mentre negli uomini il passaggio della corrente elettrica non varia il contenuto delle risposte a cui sono stati sottoposti i soggetti esaminati, la stessa corrente rende le donne più ciniche e calcolatrici.
Il cervello morale femminile è dunque più duttile e flessibile, probabilmente per far fronte ai diversi ruoli e ai diversi cambiamenti che la donna è chiamata ad affrontare nella sua vita.
La premessa a questo studio, è il saggio della neuropsichiatra statunitense Louann Brizendine, Il cervello delle donne (Rizzoli, 304 pagg, 18 euro), fondamentale per comprendere alcune dinamiche che regolano i rapporti tra i sessi, e arrivare a capire che certe presunte mancanze comportamentali non sono tali, ma semplici conseguenze di una carenza negli apparati cerebrali. "Nel cervello femminile - spiega la Brizendine - il circuito dell'aggressività è più strettamente connesso a funzioni cognitive, emozionali e verbali, rispetto a quello maschile, maggiormente collegato invece ad aree del cervello preposte all'azione fisica... Il cervello della donna conserva ancora l'insieme atavico di circuiti che ha permesso alle sue progenitrici di adattarsi all'ambiente nel modo migliore". Basta dare un'occhiata alle popolazione carceraria per capire quanto l'aggressività maschile supera quella femminile, ma il problema si genera a monte: "In genere l'uomo usa meno parole e ha meno scioltezza verbale, quindi in un diverbio con una donna può trovarsi svantaggiato". Da qui il regredire verso i circuiti dell'ira, anche a fronte del fatto che "il cervello maschile deve seguire una procedura più lunga per interpretare i segnali emotivi... le donne usano entrambi gli emisferi cerebrali per reagire alle esperienze emotive, mentre gli uomini uno solo".