Milano, Museo di Storia Naturale |
Basterebbe la storia a rendere coinvolgente e inquietante questa lettura, ma Senza colpa di Felice Cimatti (Marcos y Marcos, 158 pagg, 14 euro), è soprattutto una metafora che impone qualche riflessione. Per chi a lungo, come Cimatti, ha studiato il linguaggio degli animali e le possibilità di interazione con la comunicazione umana, ciò che accade nel laboratorio-bunker dal quale scompare lo scienziato John Sauvage non può rimanere confinato al solo mondo animale. Anche se parliamo di scimmie - vale a dire la specie che più di ogni altra si è evoluta nella stessa direzione dell'uomo, anche dal punto di vista emotivo - fin dall'inizio c'è qualcosa che sconfina, che va oltre, nei racconti di questi animali fatti da chi li accudisce, e nelle descrizioni dei loro comportamenti. Gli esperimenti di Sauvage ricordano molto qualcosa realizzato anche con gli umani: simulazioni in cattività per esasperare e studiare l'attitudine alla violenza, mettendo a stretto contatto finti carcerieri e reclusi, quel tanto che basta per dimostrare come i freni inibitori, quando c'è di mezzo l'ambizione alla sopraffazione, sono molto semplici da abbattere. Succede anche qui, tra i primati diventati di proprietà di un laboratorio, che molto ipocritamente si chiama "Centro per lo studio della coscienza animale", dove avvengono sperimentazioni finanziate dal Ministero della Difesa americano.
L'ispettore Mark Soul è consapevole di non essere acuto né colto, vive di momenti di disagio in mezzo a tutti gli uomini e donne di scienza che popolano il laboratorio, ma per chiudere l'indagine non gli servono grandi armi. Capisce presto che ascoltare è più importante che parlare, e che per smuovere le coscienze a volte bastano piccole azioni. Un noir "etologico" che prende le distanze dal già visto, e che si legge con grande piacere.
1 commento:
bella dritta, grazie !
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