Un'altra artista che mi piace, riscoperta recentemente dopo anni di silenzio. Nell'ultima edizione di "Allarmi", collettiva di giovani artisti che da alcuni anni, ogni primavera, occupa la sede dell'ex distretto militare di Como, la sua opera era la più suggestiva. Barbara Nahmad ha utilizzato un'intera stanza per sintetizzare i simboli della protesta di piazza, che ha preso forma negli anni Settanta ed ha invaso il mondo e le epoche successive. Una quarantina di pannelli con foto di scontri, di grida, di pestaggi recuperate dalle riviste dell'epoca. A terra, quasi abbandonate, una manciata di bombe molotov e una tanica di benzina. Linguaggio puro ed essenziale, il cuore di un concetto che ha scritto la storia. Ora, nei suoi nuovi lavori, torna sul legame tra passato e presente, ma questa volta attraverso i ritratti di uomini e donne che hanno plasmato momenti cruciali del nostro vivere, scritto pagine capaci di segnare la nostra epoca. Volti che smettono di essere simboli o icone, e che diventano persone.
Ecco la musica: ritmo, voce suadente e un po' di emozione.
2 commenti:
Non lo so, leggendolo ho pensato a una colonna sonora diversa. Sarà stata la sintesi dei simboli delle proteste di piazza, o saranno stati i volti, oggi icone, ma prima di tutto persone.
Non lo so ma io ho pensato a questo.
Forse Daniele Silvestri era più in linea con l'installazione di Como, ma la musica che entra nei post segue il mio umore più che un vero e proprio filo logico, senzaunadestinazione....
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