mercoledì 25 febbraio 2009

Tre domande a Mr.Degrì

Luca De Gradi-Mr.Degrì, 27 anni, artista comasco, è passato dalla street art alla tela, con opere di gradi dimensioni dai volti stravolti, espressioni estreme, colori dal forte impatto.

Cosa significa per un giovane artista formarsi attraverso la street art?
E' un'esperienza molto diversa rispetto al percorso normale che avvicina alla pittura. Qui si impara da soli, si insiste, si migliora. Dieci anni fa non era capita, ora invece è sempre più apprezzata. Per i giovani che vogliono avvicinarsi al mondo dell'arte, questa possibilità di esprimersi unendosi ai gruppi di strada costituisce un richiamo forte. I graffiti sono opere che hanno un impatto altissimo su chi guarda, e una capacità altrettanto alta di influenzare chi si avvicina a questa forma espressiva, perché è priva di imposizioni. Da questa esperienza mi è rimasto un bagaglio molto ricco".
Con quale tecnica realizzi oggi i tuoi quadri?
Sono autoritratti, è il mio volto che si ripete in espressioni estreme e diverse. Mi faccio autoscatti e li stampo in dimensioni giganti, con una apparecchiatura chiamata plotter. Su queste basi lavoro con smalti e acrilici, prevalentemente nero. Ora sto iniziando a usare i colori, ma sempre molto netti, rifacendomi alla pop art.
Da dove deriva l'inquietudine di questi volti?
Rappresentano il mondo in cui viviamo: le cose non funzionano, e allora le espressioni di chi lo vive diventano tirate, i loro sorrisi duri, esprimono la paura attraverso i loro occhi sbarrati. Vedo il telegiornale e poi lo racconto in un'altra chiave. Sono anche polemico a volte. Voglio essere un esempio trainante, anche usando una chiave poetica come l'arte, è il mio modo di urlare quello che penso.

La musica in sottofondo è questa.


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