lunedì 7 giugno 2010

Pietro Spirito, L'antenato sotto il mare


C'è il brigantino Mercurio, affondato nel 1812, quando Napoleone si giocò il controllo dell'Adriatico. Poi ci sono il piroscafo Baron Gautsch, la corazzata Wien, minisommergibili tedeschi e un bombardiere americano. Sta tutto lì sotto, nel Golfo di Trieste, protetto da qualche scoglio e da decine di metri cubi di acqua di mare. Quello di Pietro Spirito in L'antenato sotto il mare (Guanda, 197 pagg., 15 euro) è un viaggio nei segreti quasi inarrivabili, circondati da leggende e da un incalzare del tempo che li trasforma con grande velocità, li disperde, li ammanta di soggezione. I relitti che popolano il fondale di questa punta di Adriatico, raccontano i secoli e la storia, le battaglie e le ambizioni di conquista, i popoli che si sono incrociati in questi luoghi dall'epoca romana fino alla soglia della Mitteleuropa. Pietro Spirito si è calato in tutto questo, si è lasciato contaminare dalle visioni e conquistare dai simboli, e lo racconta.

Che relitti troviamo in questo viaggio in immersione?
Non sono relitti famosi, e ne racconto la storia con una metafora di fondo: quella del naufragio, di ciò che all'improvviso precipita. E' una realtà senza più bussola, che trascina con sé il rischio di perdere tutto. Tutto questo è racchiuso nell'idea del relitto, perché noi viviamo in mezzo a relitti e fantasmi, anche se scriviamo sempre del nostro presente, cercando di mettere a fuoco le cose dell'oggi. Viaggiare sott'acqua  obbliga a calarsi in una dimensione che ubbidisce a proprie leggi di spazio e di tempo, e che favorisce le visioni. In questo libro ho lavorato molto su questa visionarietà, unita alla valenza del simbolo. 

Cosa si vede sui fondali di Trieste?
Dieci anni fa è stato trovato un brigantino del Regno Italico, affondato nel 1812: è un vascello archeologicamente molto interessante, ci sono ancora i corpi dei marinai con sciabole e pistole. Si ha l'impressione di essere lì con loro, di vedere e sentire questa storia. C'è poi un piroscafo austriaco, il Baron Gautsch, che nel 1914, allo scoppio della guerra, trasportava i primi profughi: urtò una mina e affondò. Fu come un piccolo Titanic dell'Adriatico. Oggi è a 40 metri di profondità, ancora in perfetto assetto di navigazione. Partendo da qui racconto la storia di una ragazza ungherese dei nostri giorni, che vuole immergersi alla ricerca di questo piroscafo, perché qui sopra suo nonno aveva la sua fidanzata, che non arrivò mai a Trieste e che lui continuò ad aspettare. 

Cos'altro di trova di strano in fondo al mare?
C'è anche un aereo. Un B52 della Seconda Guerra precipitato davanti a Lignano, non si sa esattamente come. In questo relitto c'è un simbolo della specularità cielo-terra, l'idea del capovolgimento. Pensare a quanti di questi aerei sono finiti in mare, mi rimanda all'attesa infinita delle tante persone che ancora oggi aspettano qualcuno che non è tornato a casa. 


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