lunedì 21 dicembre 2009

Nuove icone


Il modello sta tra perfezione e aggressività. La prima nel corpo, l'altra nel carattere. Corazzate e dominanti, prive di età. Indipendenti dalle emozioni, dai sentimenti, dall'innamoramento e dagli uomini. Rimasti al palo e incapaci di prendere il nuovo ritmo, di fare sforzi, di comprendere. Di abbandonare il telecomando per guardarsi attorno, di capire se gli orizzonti del mondo vanno oltre il campo di calcio e l'abitacolo dell'auto nuova. Anche i più evoluti, sempre frenati dalla pigrizia mentale. Ma ormai questo non sembra contare quasi più, perché le nuove icone del femminile sono l'ormai cristallizzata Lara Croft e la Barbie, sopravvissuta al festeggiamento dei suoi primi cinquant'anni, o ancora Megan Fox, vampiressa del film Jennifer's Body. Azzannano, sparano, tranciano con una sola parola. Seducono in scioltezza, senza mai sbandamenti. Paradossalmente, questi modelli si rivolgono più allo status femminile che al desiderio maschile. Il plauso dell'uomo sembra non avere più importanza: basta uno specchio per autocompiacersi e rendere superfluo qualsiasi complimento.

Ma poi mi guardo attorno e non le vedo queste donne. Mi accorgo che non esistono e che mai prenderanno forma. Le ho cercate, anche solo attraverso una somiglianza, un'estetica, un'ambizione, nelle decine di donne che hanno contribuito a determinare parti grandi o piccole degli accadimenti di quest'ultimo anno. Le icone, quelle vere, che calpestano lo stesso suolo sul quale viviamo tutti, che hanno fortemente creduto in un ideale o un progetto, riuscendo a cambiare qualcosa da qualche parte nel mondo, non sono come i modelli che stanno cercando di rifilarci. Non sono per forza belle, anche se non disdegnano di esserlo, non sono fisicamente scattanti e assetate di vendetta, perché la determinazione non lascia spazio a queste inutilità. Spesso non sono nemmeno giovani, perché hanno pazientato anni prima di raggiungere le loro mete.
La blogger cubana Yoani Sanchez, che intasca le minacce e aggira le barriere informatiche imposte dal regime, raccontandolo da dentro. Irina Bokova, ex Ministro degli Esteri bulgaro e ora prima donna alla direzione generale dell'Unesco. La portoghese Joana Carneiro, direttore d'orchestra a capo della Berkeley californiana e acclamata a La Fenice di Venezia. La scrittrice turca Elif Shafak, processata in patria per aver denunciato il genocidio armeno. Livia Pomodoro, prima e unica presidente di Tribunale in Italia, che ha introdotto il processo civile telematico a Milano. Amalia Ercole Finzi, docente di Meccanica orbitale a Milano, che ha progettato la trivella che tra due anni perforerà la Luna. Elizabeth Blackburn, esclusa dalla Commissione Bioetica Usa da George Bush, e ora Nobel per la Medicina 2009. Alessia Montagnoli, promotrice della protesta che ha salvato dalla chiusura il Nerviano Medical Center, di cui è coordinatrice. Elinor Ostrom, americana e studiosa dell'ottimizzazione del rapporto tra uomini e ambienti, che ha vinto il Premio Nobel per l'Economia 2009.
Soprattutto sono silenziose queste donne. Non hanno perso tempo in polemiche, in tavole rotonde inutili e ripetitive, in dibattiti fittizi. Si sono fissate un obiettivo, si sono spese per raggiungerlo, ma anche per difendersi. Hanno saputo essere un esempio, eppure faticano a rappresentare un modello.

Maitena Burundarena, argentina e fumettista, ha pubblicato in Italia tre libri che raccolgono le sue sarcastiche e divertenti strisce sulle donne, sul loro rapporto con il proprio corpo e con gli uomini. Titoli ormai da remainders, ma sempre attuali: Donne a fior di nervi (Mondadori, 189 pagg., 13 euro), seguito da Vite smagliate (Mondadori, 238 pagg., 14 euro) e dalla raccolta di vignette Le superate (Mondadori, 155 pagg, 12 euro).


2 commenti:

giardigno65 ha detto...

remainders bellissimi !!!

SenzaUnaDestinazione ha detto...

E soprattutto spassosi!