mercoledì 4 marzo 2015

Il cuore nero delle donne


Otto storie di assassine, come sono state chiamate, perchè le hanno consegnate così a tutti noi, da sempre. Ma sono anche "storie esemplari che parlano di femminilità", in uno spostamento di punto di vista che non cambia la sostanza, ma cerca di scrutarne le ragioni. Racconti evocativi dalla prima all'ultima riga: nei personaggi celebri, nelle emozioni, nei drammi e nella potenza di quella violenza esemplare entrata nella memoria collettiva.
Per raccontare Il cuore nero delle donne (Guanda, pagg., 280, 17.50 euro), antologia che sta per arrivare in libreria scritta da otto donne e pensata da un uomo, procederò con un disturbante - e parziale - ordine alfabetico per cognome. 

Bucciarelli Elisabetta: autrice molto noir e molto cara a questo blog, che rompe gli equilibri utilizzando l'unica voce maschile, "storia di un uomo innamorato e di una donna che avrebbe voluto amarlo per sempre e non poteva permetterselo....". Maria Elena Tiepolo e Ferruccio Oggioni, simboli di una Italia bambina alla ricerca di gloria e onori, ma facile agli spaventi. E' il racconto della "fragilità nera contentuta nell'amore, che al pari della violenza non è governata dal genere, maschile o femminile, ma che nel confronto tra i generi trova il suo punto di rottura".

Crovi Luca: è sua l'idea di raccogliere questi otto cuori nerissimi. Storie che ci conducono alle "vere ragioni che portano a compiere gesti sanguinari", attraverso il tentativo di conoscere meglio queste donne, di interpretare la disperazione o la rabbia di un momento che, per ognuna di loro, ha segnato un punto di non ritorno. Storie che partono da strade lontanissime e simili, dove la furia rappresenta sempre l'altro volto della passione. 

Ghinelli Lorenza, attirata dalla tenacia, dalla ferocia e dalla sfortuna di Rina Fort, a cui "la vita non concesse sconti nè tregue". Assassina più di ogni altra, maldestra e spietata nel cercare di prendersi il suo posto nel mondo, con forza, intelligenza, passione, odio. Capace di uccidere adulti e bambini per vendetta. Ma che "ci piaccia o no, è stata prima di tutto un essere umano". 

Pastor Ben, che ringrazio per aver scelto la Monaca di Monza, personaggio di cui non mi stanco mai. Punita, sempre e da tutti. Incapace di arrendersi, immagine di dignità mai sconfitta. Murata viva per aver ceduto a un amore potente e corrisposto, nata nell'epoca più sbagliata per lei. Epoca punitiva per ogni donna, ma per lei più di ogni altra. Per Virginia Maria De Leyva, due anni di processo, tra 1607 e 1609, quattro anni di condanna tra le più dure, e la volontà di umiliarla fino all'ultimo giorno. 

Tani Cinzia e l'ossessione di Pia Bellentani. Icona e vittima di un "romanticismo esasperato". cresciuta a fotoromanzi, sogni e fantasie. Il colpo di pistola che esplode la sera del 15 settembre 1948 all'interno del Grand Hotel Villa d'Este di Cernobbio, per un attimo distrugge uno dei pochi momenti di fasto e galanteria di un'Italia che sta cercando faticosamente di rimettersi in piedi dopo la devastazione della seconda guerra mondiale. Uccide e cerca di uccidersi, ma sbaglia, si ferma a metà, e viene condannata ad affrontare il peso di ogni suo fallimento. 

In sottofondo questa