venerdì 28 agosto 2009

I 50 di Brianze

Ho anche diretto una rivista. E' tra le cose che ho fatto, in passato. Per oltre due anni ho scelto e costruito i contenuti di Brianze, bimestrale di cultura del territorio che rappresenta un caso più unico che raro: volontari che si avvicendano, o che rimangono solidamente fedeli, per realizzare l'unica testata editoriale locale che parla di cultura in modo globale, equidistante, curioso e comunque professionale, nel suo risultato finale. Poi gli impegni di altro genere hanno avuto la meglio, e ho dovuto passare la mano.
Intanto Brianze ha festeggiato il suo numero 50: non male come risultato in un Paese e in un momento in cui i progetti editoriali che nascono con ben altri criteri di solidità, franano o stanno in piedi con il fiato sospeso.
Per questo numero così importante, mi hanno chiesto di raccontare cosa sono stati per me quei due anni. Ecco qui.


(Click sull'immagine per ingrandire)

Un’apertura all’attualità, all’arte e alle arti, ad un pubblico di lettori giovani interessati a seguire e conoscere i temi della cultura locale, intesa come sinergica e non come esclusività di un territorio chiuso. Interessi che percepivo come privi di un punto di riferimento mediatico, che fosse una rivista o un luogo che parlasse rivolgendosi anche a loro. Il tutto senza perdere il senso di indipendenza, e senza dimenticare chi le era stato fedele fin dall’inizio. In altre parole una rivista che fosse voce e specchio di un cambio generazionale che ha iniziato a prendere corpo – sia in termini di temi che di proposte di collaborazione – nei quattro anni, dal 2004 al 2007, in cui mi è stata offerta la possibilità di organizzare i contenuti di Brianze, di dargli un’impronta e definire un indirizzo che, per quanto fosse il risultato di un ragionamento collettivo, aveva per forza di cose il punto di vista di chi ne tira le fila. Come sempre ho fatto, anche nell’organizzazione di altre iniziative, ho sempre inteso la cultura del territorio come qualcosa che fosse l’uguale e contrario della cultura sul territorio e per il territorio. Qualcosa che suscitasse la curiosità e l’interesse con un approccio leggero, non impegnativo e capace di correre lungo una superficie densa però di radici, di spunti, di corteggiamenti. Qualcosa che passasse attraverso una gradevolezza estetica oltre che contenutistica, capace di lasciare un ricordo attraente, la voglia di tornare a leggere e a guardare. Di essere curiosi, e quindi motore di grandi energie. Così spazio alla natura, da raccontare e da racchiudere in immagini suggestive e in grado di mostrare quanto di bello ancora si salva, i libri, la musica e l’arte – espressione e concretizzazione di messaggi, emergenze, paure e voglie che nascono qui, in questo territorio – la storia raccontata da chi l’ha saputa amare molto, le economie che sono rimaste indipendenti, che non si sono fatte coinvolgere dal tutto e subito. Per quattro anni Brianze è stato questo, ha cambiato l’immagine, le voci e le firme, ha raccontato una storia un po’ diversa rispetto alla sua genesi, ha rispecchiato un momento storico della rivista, destinato ad evolvere ancora, ad essere diverso dal prima e dal dopo, come qualsiasi cosa che decide di non legarsi a una definizione preconfezionata.


mercoledì 26 agosto 2009

Poesia dorsale noir, la sfida della Passione


La prima, inaugurazione e simbolo di questo progetto, è di Antonella Ottolina ed è fotografata qui sopra. Il festival di narrativa poliziesca La passione per il delitto ospiterà quest'anno le poesie dorsali gialle e noir del pubblico, degli scrittori, dei giornalisti, di tutti. Così la malattia contagiosa della poesia fatta mettendo in fila i dorsi dei libri, si è trasformata in una collaborazione con il progetto ufficiale di Antonella Ottolina e Silvano Belloni, che ha aperto una gara. Ne possono nascere versi o brevi storie, spunti per una trama, semplici flash su un'immagine raccontata. Si possono usare dai romanzi, ai saggi, ai libri per bambini, volumi d'arte e fotografici... L'importante è che abbiano un titolo impresso sul dorso, che possa essere messo in fila con gli altri a formare un concetto. L'importante è che il risultato sia giallo, noir, poliziesco, di mistero o horror. A quel punto si fotografa la pila di libri e si manda alla mail redazione@lapassioneperildelitto.it. Tutte le composizioni saranno esposte durante il festival e pubblicate sul sito della Passione, ma gli autori delle tre più belle, scelte da Antonella Ottolina e Silvano Belloni, riceveranno premi in libri.
Qui e qui è spiegato tutto nel dettaglio.
Io, ovviamente, ci sarò. Magari con più di una. Perché con la poesia dorsale funziona così: inizi con un titolo e da quel momento in avanti non pensi ad altro. Ti guardi in giro solo per scrutare gli scaffali delle librerie, gli spunti che offre la tua biblioteca, le combinazioni possibili. Anche quelle maniacali: i libri dello stesso autore, della stessa casa editrice, dello stesso colore di dorso. Quelli usciti lo stesso anno. Gli italiani o gli stranieri. Solo i saggi o solo i romanzi, l'erotico che porta a un risultato da cattivi, la storia d'amore che fa da spina dorsale a un verso di omicidi. Potremmo andare avanti a lungo...


sabato 22 agosto 2009

Tè verde giapponese


Mi sono arrivate oggi, due buste che è davvero un peccato aprirle, mandate da un amico che da alcuni anni vive in Giappone. Sono due confezioni di tè selezionato, uno in polvere e uno in bustine, entrambi da sciogliere nell'acqua bollente senza aggiungere niente altro. Quello a destra è il 抹茶 Matcha: le foglie vengono cotte al vapore, asciugate e ridotte in polvere finissima. È il tipo usato nella cerimonia del tè, grande rito collettivo a cui mi piacerebbe prima o poi assistere. L'altro è il 煎茶 Sencha: le foglie sono esposte direttamente alla luce del sole, ed è la varietà utilizzata in Giappone per il consumo giornaliero, essendo il più diffuso tè verde giapponese. Ne bevo ettolitri, estate e inverno, durante i pasti o come bevanda del pomeriggio. Non solo verde, mi piace il tè in genere, quello nero e quello bianco, ma sempre puro: niente aromatizzazioni fantasiose (solo al bergamotto, un classico inglese), né forzature del gusto, bevuto amaro o con un po' di zucchero integrale. Quello verde è tra i più delicati, estratto da foglie di Camelia sinensis prive di fermentazione. E' anche tra i più ricchi di proprietà, come è ormai risaputo. Il tè è un mondo, una cultura vastissima e complessa quasi quanto il vino, che muore nelle corsie dei supermercati e nelle bustine in scatola delle aziende più note, riempite con la polvere che avanza dai processi di lavorazione.


mercoledì 19 agosto 2009

Psicologia a fumetti

Devo ammettere che il titolo del post forse suona un po' riduttivo rispetto a ciò di cui stiamo effettivamente parlando. Perché i due libri di Feltrinelli che sto leggendo in questi giorni di vacanza, in cui il tempo abbondante da dedicare alla lettura mi permette di saltare da un argomento all'altro, non sono una banalizzazione dei due personaggi - Sigmund Freud e Carl Gustav Jung - e nemmeno delle loro teorie. Piuttosto una semplificazione, non eccessiva ma tale da permettere un primo avvicinamento alla materia, una contestualizzazione dei due pilastri della psicoanalisi contemporanea, dell'evolvere dei loro percorsi e delle epoche con cui si sono confrontati. Raccontano e spiegano i loro punti di incontro e i divari divenuti poi scontri aperti. I disegni, a volte inquietanti i alcune cupezze, fanno apparire i concetti più leggeri, rendono veloce e gradevole una lettura che è un punto di partenza. Fanno parte di una collana in cui sono raccolti anche i ritratti di Einstein, Kafka e Darwin, a 9.50 euro.


domenica 16 agosto 2009

Leggere, scrivere, recensire per sé e per gli altri


Ho deciso di riunirli in un'unica sezione. Un tema unico e molte sfumature. Scrivere e leggere, i libri e la scrittura - narrativa, tecnica, autobiografica, curativa, ricognitiva, didattica - la capacità di interpretare, di andare a fondo di ogni riga, di scoprire significati ulteriori. Di confrontare. Ad un certo punto non basta più leggere molto, bisogna imparare a leggere. Oppure insegnare a farlo, far appassionare, coinvolgere e indirizzare. Raccontare cosa si è letto e come, cosa ci ha lasciato. Mettere a fuoco il perché del leggere e del non leggere.
Altro piano: c'è la mania per i contenuti e per l'oggetto, il libro stesso, che scatena bulimie e compulsioni. L'attrazione della libreria, la bibliografia che risucchia in una spirale.
Poi c'è lo scrivere. Per essere letti ma ancora di più per leggersi, per raccontarsi, per vedersi attraverso punti di vista che non ci sono abituali. Scrivere per sfogarsi, per divertirsi, per capirsi. Per ritrovarsi in momenti diversi: passata la rabbia e il dolore, finito l'entusiasmo, tornati da un viaggio mentale o reale. Per rivedersi con gli occhi di un altro sé.
In questi giorni sono su questi temi. Mastico pagine e titoli, ne cerco altri, riprendo i vecchi. Li riunisco e gli dedico uno scaffale.
Di conseguenza, ecco la bibliografia. Minima, in attesa delle vostre integrazioni.

Leggere, innanzi tutto. Recensire ma soprattutto leggere
Virginia Woolf, Come si legge un libro, La Tartaruga
Virginia Woolf, Leggere, recensire, Marcos y Marcos
Milan Kundera, L'arte del romanzo, Adelphi
Arthur Schopenhauer, Sulla lettura e sui libri, La Vita Felice
aa.vv., L'arte di leggere. Aforismi sulla lettura, Einaudi (a cura di Paolo Mauri)
Massimo Onofri, Recensire. Istruzioni per l'uso, Donzelli
Maria Teresa Cassini e Alessandro Castellari, La pratica letteraria. Interrogarsi attraverso la lettura su se stessi e il mondo, Apogeo
Alberto Manguel, Una storia della lettura, Feltrinelli
Umberto Eco e Jean-Claude Carrière, Non sperate di liberarvi dei libri, Bompiani
Tzvetan Todorov, La letteratura in pericolo, Garzanti
Tzvetan Todorov, Poetica della prosa, Theoria
Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini, Leggimi Forte. Accompagnare i bambini nel grande universo della lettura, Salani
Arturo Mazzarella, La grande rete della scrittura. La letteratura dopo la rivoluzione digitale, Bollati Boringhieri
Donatella Bisutti, La poesia salva la vita. Capire noi stessi e il mondo attraverso le parole, Feltrinelli

Maniacalità
Richard De Bury, L'amore per i libri, Rizzoli
Gustave Flaubert, Bibliomania, Mursia
Miro Silvera, Libroterapia, Salani

Scrivere
Marguerite Duras, Scrivere, Feltrinelli
Virginia Wiilf, Diario di una scrittrice, Minimun Fax
Italo Calvino, Lezioni americane, Mondadori
Milena Agus, Perché scrivere, Nottetempo
Carlo Fruttero e Franco Lucentini, I ferri del mestiere, Einaudi
Alessandro Perissinotto, Gli attrezzi del narratore, Rizzoli
Jonathan Franzen, Come restare soli, Einaudi
Raymond Carver, Il mestiere di scrivere, Einaudi
Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore, Einaudi
Daniel Pennac, Scrivere, Archinto
Gotham Writers' Workshop, Lezioni di scrittura creativa, Dino Audino
Francesco Piccolo, Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori, Minimun Fax
Mariano Sabatini, Trucchi d'autore. Come, dove quando scrivono, Nutrimenti
Roland Barhes, Il grado zero della scrittura, Einaudi
William Burroughs, Scrittura creativa, SugarCo
Virgina Woolf, Le donne e la scrittura, La Tartaruga
Natlie Goldberg, Scrivere zen, Astrolabio Ubaldini
Elisabetta Bucciarelli, Io sono quello che scrivo. La scrittura come atto terapeutico, Calderini
Duccio Demetrio, Autoanalisi per non pazienti. Inquietudine e scrittura di sé, Raffaello Cortina
Duccio Demetrio, La scrittura clinica. Consulenza autobiografica e fragilità esistenziali, Raffaello Cortina



sabato 15 agosto 2009

Milano-Champoluc


Andata e ritorno in un giorno, 360 chilometri di autostrada libera da macchine e autovelox, navigatore preciso, francesi al rallentatore sui tornanti, trenta gradi al sole, un libro e un po' di bellezza per un regalo, Le Petit Coq con il tavolino per due nell'angolo, pierrade con formaggio verdura e carne solo bianca, mele cannella e gelato, Livres et musique: taccuini a fiori in libreria, giardino della Bet, una coppia di sdraio verdino da sprofondare, sole potentissimo e Mac, l'evasione fiscale e i perché dell'economia, certi argomenti a margine ma solo fino a sera, thè con i torcetti, ufficio del turismo e poi formaggeria, yogurt belli da vedere e buonissimi da mangiare, il cibo a chilometri zero. Un pre-ferragosto che valeva il viaggio.



lunedì 10 agosto 2009

Estate noir

Il giornalista Gianfranco Colombo mi ha ha fatto questa bella intervista uscita ieri sul quotidiano La Provincia di Lecco, chiedendomi consigli di lettura in attesa della prossima edizione del festival La passione per il delitto.
Ecco qui l'articolo (con un click sull'immagine si ingrandisce)


domenica 9 agosto 2009

La passione per il delitto

Da un paio di settimane sto trascurando il blog, e i lettori di SenzaUnaDestinazione. Il motivo è qui sotto, in questo logo giallo e nel link a cui conduce: l'organizzazione dell'ottava edizione del festival di narrativa poliziesca che si svolge ogni anno a Villa Greppi di Monticello Brianza, nel lecchese.


Quest'anno l'appuntamento sarà dal 27 settembre all'11 ottobre: ospiti privilegiati i noiristi, italiani e stranieri. Lo stile duro, le emozioni raccontate con grande forza e vissute empaticamente attraverso i protagonisti, un piano di aderenza alla realtà che si sbarazza del buonismo. Il programma è ormai chiuso (anche se sarà ufficializzato a settembre), le iniziative che ogni anno differenziano e caratterizzano il festival quasi definite. Ne darò conto anche qui, un po' alla volta.