Tutti lo attendono come il grande evento dedicato al cibo, una vetrina del come si mangia oggi e del chi produce cosa. Ma il sottotitolo dell'appuntamento mondiale del 2015 è chiaro: "Nutrire il pianeta, energia per la vita". In
altre parole, uno sguardo agli scenari futuri, alla valorizzazione delle
risorse e alla scoperta di nuove strategie. Il tema
dell'evento universale che si svolgerà tra maggio e ottobre del
prossimo anno, parla di "scenari globali al centro dei quali c’è il
diritto a una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il
pianeta".
Eppure, la banalizzazione ormai dominante, qualifica sempre più spesso Expo2015 come il momento in cui si parlerà di cosa finisce oggi sulle tavole italiane, di chi alleva i pesci e coltiva i frutti. Una sorta di vetrina in cui mostrare le specialità enogastronomiche di microterritori locali, con la rincorsa a divulgare presunti sistemi economici o turistici inesistenti o improduttivi. Ma non è così. Per non farsi trovare impreparati, è meglio dare un'occhiata qui, pagina ufficiale dalla quale attingere le coordinate di base (e da cui è tratta la foto che ho utilizzato).
Eppure, la banalizzazione ormai dominante, qualifica sempre più spesso Expo2015 come il momento in cui si parlerà di cosa finisce oggi sulle tavole italiane, di chi alleva i pesci e coltiva i frutti. Una sorta di vetrina in cui mostrare le specialità enogastronomiche di microterritori locali, con la rincorsa a divulgare presunti sistemi economici o turistici inesistenti o improduttivi. Ma non è così. Per non farsi trovare impreparati, è meglio dare un'occhiata qui, pagina ufficiale dalla quale attingere le coordinate di base (e da cui è tratta la foto che ho utilizzato).
Nel frattempo qualcuno sta cercando di fare chiarezza, come Giacomo Mojoli, giornalista e docente universitario, attento ai meccanismi di comunicazione del cibo. "Expo non sarà un'occasione turistica: questo deve essere un prerequisito - ha spiegato in apertura di Ristorexpo, il salone erbese dell'enogastronomia che quest'anno dedica la sua edizione al tema "In cibo veritas" -. Associazioni e istituzioni, in questi anni avrebbero già dovuto costruire progetti in grado di rispondere all'offerta. Ad Expo non ci interesserà fotografare la realtà, ma prefigurare quello che accadrà tra cinquanta o settant'anni nel mondo alimentare. Non possiamo immaginare che il consumo del cibo si ripeta con abitudini o stili che abbiamo presenti oggi. Tutto questo cambia ogni settimana. La sfida futura è fare i conti con l'innovazione, servono educazione e formazione, crescita culturale dei territori".
La cultura, più di ogni altro aspetto, è un tema fondamentale, premessa di ogni prospettiva: "Nell'alimentazione, e soprattutto nella ristorazione, non esiste futuro se non facciamo crescere i consumatori, se non incrementiamo le loro conoscenze e competenze - prosegue Mojoli -. In tutto questo, sempre di più il cibo diventerà lo strumento per leggere l'evoluzione sociale e culturale di un Paese".
Expo non sarà quindi una manifestazione turistica, ma il momento in cui si parlerà dell'equilibrio alimentare del pianeta, del rispetto per l'ambiente come premessa alla sostenibilità delle risorse, e della valorizzazione della biodiversità, fattore determinante destinato ad avere sempre di più un ruolo centrale, ad ogni livello. Anche locale. "Lago e montagna - conclude Mojoli - sono giacimenti storici e culturali. Expo sarà un'occasione per immaginare connessioni e progetti che abbiano attinenza con tutto questo".
Pensado al pianeta, ascolto questa.
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