martedì 19 agosto 2008

Uccidere per sport

C'è l'ambizione, soprattutto, ma ci sono anche l'invidia, il rancore e l'odio. La competizione che sfugge all'ipocrisia delle regole. Dodici autori e dodici sport, ma con un denominatore comune: l'assenza di fair play per raggiungere la meta. In questi giorni di giochi olimpici, di cameratismo ostentato, di orgoglio e di enfatizzazione dei migliori risultati, Uccidere per sport (Todaro editore, 219 pagg., 15 euro) è forse la lettura più adatta per cambiare leggermente punto di vista. All'appello non manca quasi nulla: ci sono il nuoto e il tiro con l'arco, l'atletica e la ginnastica artistica, la pallanuoto e il baseball, c'è il gioco di squadra e la gara individuale, e c'è chi gli sport li odia tutti. Il risultato non cambia, c'è sempre qualcuno che non ne esce indenne. Un'antologia curata da Tecla Dozio che riunisce dieci giallisti italiani - Elizabetta Bucciarelli, Luca Crovi, Marcello Fois, Barbara Garlaschelli, Diana Lama, Carlo Oliva, Enrico Solito, Roberto Valentini, Nicoletta Vallorani e Diego Zandel - e due stranieri, Jeffery Deaver e Joe R.Lansdale. Da leggere in un colpo o da centellinare.

Il film da rivedere, per tornare ad atmosfere più soft, non può essere che questo con la sua indimenticabile sequenza di apertura, le musiche di Vangelis e il finale.
Per andare dritti al sodo e seguire i risultati della nazionale olimpica, è sufficiente dare ogni tanto un'occhiata al medagliere.

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