lunedì 19 ottobre 2009

Andrea Fazioli, Come rapinare una banca svizzera


Un rapinatore pentito, un detective privato e un pugno di borghesi coinvolti nel progetto di una rapina a una inattaccabile banca svizzera. La filosofia che li accomuna è la stessa: "Per diventare ricchi, basta poco. Pochissimo. Un granello di polvere nel meccanismo, un'incertezza della pallina prima di fermarsi sul trentacinque. O semplicemente: indovinare il momento giusto".
Nel paese delle case da gioco, delle architetture rigorose e degli istituti di credito dai segreti granitici, Come rapinare una banca svizzera di Andrea Fazioli (Guanda, pagg. 341, 17 euro) racconta una storia di intrecci scanditi dal denaro, dove l'investigatore Elia Contini si lascia affiancare da un ex ladro con un interesse molto personale.

Come rapinare una banca svizzera è un titolo suggestivo, che subito attira l’attenzione e ispira simpatia. E’ stata una tua proposta o lo avete messo a punto con l’editore?
E' il titolo che ho scelto fin dalla prima stesura. Anzi: fin dagli appunti preparatori. Mi piaceva quel suo essere in fondo un inganno, come ce ne saranno molti nella storia, quel suo travestire il romanzo da manuale da istruzioni… Secondo me con un titolo del genere si chiarisce subito l’impianto comico-avventuroso della narrazione. Non m’interessava sviluppare temi economici o parlare di crisi e scudi fiscali, ma raccontare una storia che, speriamo, tenga il lettori col fiato sospeso fino alla fine. La copertina e il titolo sono importanti per incuriosire un lettore distratto che passa in libreria, anche se credo che poi funziona di più il passaparola. Comunque, l’immagine di copertina del mio romanzo è un lampo di genio dell’artista di Guanda, Guido Scarabottolo.

I reati finanziari e tutto ciò che di illecito genera il denaro è l’argomento che ti contraddistingue. Da cosa nasce questo tuo interesse?
Devo confessare che non so quasi niente di questi argomenti, m’informo intervistando esperti che lavorano sul campo. Del resto i reati finanziari sono soltanto uno spunto, un elemento sullo sfondo di L’uomo senza casa e Come rapinare una banca svizzera. Il primo è una storia su un uomo che cerca di capire a chi o a che cosa appartenga, e il secondo è la storia di un gruppo di persone la cui vita viene scompigliata dall’avventura, dall’imprevisto che fa irruzione nella routine. È vero che però in entrambi i romanzi si parla di riciclaggio di denaro. Ma nel prossimo, lo prometto, cercherò di lasciare fuori l’economia!

A parte il protagonista, Elia Contini, quale personaggio trovi particolarmente riuscito in questo romanzo e perché?
Contini ha un co-protagonista che si chiama Jean Salviati. È un ex ladro che si è riciclato come giardiniere. A un certo punto però è costretto a riprendere in mano i ferri del mestiere. Allora si accorge, con una certa dose di spavento, che dopotutto non gli dispiace avere a che fare con gli ex colleghi e con le vecchie abitudini, e si domanda: ma sono veramente libero? Sono schiavo del mio passato, del sogno di prendere i soldi e scappare? Oppure riuscirò a fare quest’ultimo colpo e poi a scomparire nella mia nuova vita di potature e roseti? Be’, lascio scoprire ai lettori come andrà a finire…


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Uno dei libri più brutti e inutili che abbia mai letto, e sono un lettore abituato.
Claudio

SenzaUnaDestinazione ha detto...

Abituato a cosa?

Anonimo ha detto...

Cara Signora, sono abituato a leggere cose indecenti. Ma più che non decenti, prive di qualsiasi utilità. Nei buoni romanzi cerco un motivo per riflettere. In questo ho capito che l'autore ne sa meno di me, che vengo informato dai giornali e non mi fa nemmeno sognare. Perciò ritengo il libro privo di valore. E' la mia opinione. Che vale come la sua. Di solito i suoi consigli mi trovano appagato. Questo no.
Claudio

SenzaUnaDestinazione ha detto...

Caspita, tranchant... Una variazione una tantum rispetto ai suoi gusti spero voglia concedermela... Ho già un po' di materiale in serbo che va in altre direzioni, spero non deludenti...
A presto

Chiara ha detto...

Io sarò ingenua, ma questo libro mi ha fatto sognare...
Non è un saggio, non è un libro di critica sociale. È una bella storia e ci si affeziona ai personaggi. E poi non riesci più a smettere perché vuoi sapere come va a finire. Comunque le descrizioni, l'ambiente, i dettagli tecnici sono ben scritti e verosimili. Io lo consiglio a tutti i buoni lettori, e anche agli apprendisti rapinatori...!! :-)
Chiara

Anonimo ha detto...

Sono finita in questo blog per caso cercando informazioni su Fazioli. Io ho apprezzato molto questo romanzo, gli altri non li conosco. Divertente, appassionante, trama ben costruita e personaggi ben delineati. Poi c'è la descrizione della Svizzera, che non conoscevo. Io non chiedo niente di più: un libro che fa passare il tempo più in fretta! :-)

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Ho appena finito di leggere il libro in poco più di due notti insonni causa lavoro. Devo dire che mi è piaciuto molto. Ma, il libro non si addentra sugli aspetti psicolgici dei personaggi, non un'incrinatura circa la fedeltà del piano. Tutto perfetto, tutto mirabolante e contromirabolante. Un po' più di umanità per dio. Alcuni personaggi sono usciti di scena senza dirci nulla. Pecccato!