venerdì 11 dicembre 2009

Sebastian Fitzek, Il bambino


Lavora sulla tensione psicologica, sugli aspetti più cupi e sconosciuti della mente, sulle paure ancestrali. Scrittura tagliente e diretta, dialoghi serrati che si prendono abbondante spazio nelle trame, poco spazio mentale per uscire dai labirinti che impone al lettore. Sebastian Fitzek, ospite del NoirFest, in sei mesi ha pubblicato in Italia due dei suoi quattro thriller: Il ladro di anime (Elliot, 300 pagg, 17.50 euro) e Il bambino (Elliot, 386 pagg., 17.50 euro). Anzi, psychothriller, perché la connotazione principale della sua scrittura è la capacità di togliere spazio a ciò che sta fuori, per trascinare ogni dinamica in una dimensione introspettiva. Il Ladro di anime si racconta attraverso una ipotetica cartella clinica dell'ospedale psichiatrico di Berlino, in una dimensione claustrofobica di poche ore, alla Vigilia di Natale, in cui i pazienti sono obbligati a confrontarsi e a tentare di salvarsi dalle misteriose capacità di un degente di annientare le loro volontà. Protagonista del secondo romanzo è Simon Sachs, il bambino, la cui psiche è disturbata da inquietanti rimandi a una vita precedente in cui è convinto di essere stato un assassino.


Cosa ti affascina dell'incontro tra psichiatria e thriller?
Mi interessa la psiche umana, uno dei territori meno esplorati al mondo. E' come le profondità marine: si sa che esistono ma nessuno può dire di averle conosciute a fondo. In ciò che racconto non ci deve essere necessariamente il sangue per creare la tensione, ma emozione forte e paura.

Nei tuoi libri ci sono spesso figure di bambini. Perché?
In effetti è così. Non so bene il motivo, non è una condizione programmata e obbligatoria, ma credo che tutte le storie interessanti sono, in qualche modo, storie di famiglia, e quindi un figlio è fondamentale. Inoltre il bambino è una figura in evoluzione, e attraverso la sua crescita e i suoi cambiamenti si possono leggere gli adulti attorno a lui, descrivere cosa succede e come interpretano il mondo.

Un personaggio a cui sei particolarmente affezionato, e uno a cui hai pensato e non sei ancora riuscito a collocare.
Ce n'è uno in ogni libro: in quest'ultimo è proprio il bambino, Simon, che in alcuni tratti mi ricorda mia madre, una donna capace di mantenere un buon carattere nonostante le grandi difficoltà della sua vita. Per questo alla fine del romanzo gli esprimo la mia gratitudine. Sono molto legato anche all'avvocato, uomo scettico con molti tratti della mia personalità. Non scrivo seriali, mi piacciono i personaggi di cui sto scrivendo ma poi li abbandono. Se capita che uno di loro torna, è perché mi ha lasciato qualcosa. In Splitter, romanzo non ancora tradotto in Italia, ci sarà nuovamente Caspar, uno dei protagonisti di Il ladro di anime. Solitamente non parto dall'idea di un personaggio, ma da una situazione, e dalla domanda "Cosa succederebbe se...?". Per esempio, cosa succederebbe se un bambino immaginasse di essere stato un serial killer in una vita precedente? Da qui costruisco le figure che devono popolare la storia. In questo momento ci sono due persone che mi affascinano e potrebbero finire in uno dei prossimi libri. La prima è uno studioso che si occupa di attacchi di panico di massa, per osservare e capire le reazioni della gente davanti a pericoli collettivi. L'altra è un parroco di Berlino che segue i bambini poveri: ne ha circa duemila, perché da alcuni anni a questa parte la nostra è una città con grandi difficoltà economiche e con disagi sociali insanabili, in cui si moltiplicano le iniziative di solidarietà. I bambini sono particolarmente colpiti dalle conseguenze di questa situazione, e ci sono solo due sacerdoti che si occupano di loro da vicino.


5 commenti:

akio ha detto...

ciao paola! sono felicissimo per la menzione speciale allo scerba della buccia!
ps. scusami la latitanza ma non riguarda solo il tuo blog (che comunque recupero sempre nel fine settimana) è proprio mancanza di tempo durante i giorni feriali. a presto
ps.2 questo blog è sempre di pù un "gioiello". bravissima

SenzaUnaDestinazione ha detto...

Sei sempre molto caro Akio.. Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

“Schegge”

di

Sebastian Fitzek



...Il ladro di anime è tornato!



Se vuoi sfuggirgli chiama lo 06/98264552 o vai su internet all’indirizzo
www.mtgroup-international.eu

Anonimo ha detto...

"Schegge" è un libro da leggere assolutamente...

Cosa accadrebbe se potessimo eliminare per sempre dalla nostra memoria le esperienze più brutte e terrificanti della nostra vita? E cosa accadrebbe se nel tentativo di fare questo, qualcosa andasse storto?

buona lettura.***

Anonimo ha detto...

"Schegge" il nuovo psico thriller di Fitzek è un libro fantastico, lo consiglio a tutti, ma attenti a non lasciarvi coinvolgere troppo, ho letto sul web di gente che si è imparanoiata..

Cosa accadrebbe se potessimo eliminare per sempre dalla nostra memoria le esperienze più brutte e terrificanti della nostra vita? E cosa accadrebbe se nel tentativo di fare questo, qualcosa andasse storto?


buona lettura***