domenica 22 marzo 2009

Alle signore piace il nero

Sono quattordici, legate in questo libro da un denominatore comune: il noir. Scrittura di genere con varianti di stile e di punto di vista, ma sempre diretta a raccontare un tema comune, la madre cattiva. L'antologia Alle signore piace il nero (Sperling&Kupfer, pagg. 298, 18.90 euro), raggruppa racconti di Barbara Garlaschelli e Nicoletta Vallorani (curatrici) e di altre scrittrici italiane la cui estrazione non è necessariamente legata al genere, come Carmen Covito, Grazia Verasani, Nicoletta Sipos, Donatella Diamanti, Cinzia Tani. Tra le altre firme - Licia Giacquinto, Adele Marini, Daniela Piegai, Daniela Losini, Claudia Salvatori e Diana Lama - anche Elisabetta Bucciarelli, che in questa raccolta porta come sempre l'ispettore di polizia Maria Dolores Vergani, protagonista seriale del suo scrivere, ma finora vista quasi esclusivamente nella forma estesa del romanzo. 
In che modo Maria Dolores Vergani si racconta nella dimensione di un racconto?
Dal 1995 scrivo solo storie con protagonista lei, Maria Dolores Vergani. E' una donna e di lavoro fa l'ispettore di Polizia. Ne racconto sia la vita personale che quella pubblica e come le due cose riescano a produrre cambiamenti e rivoluzioni. Così mi pare accada nella vita di tutti, a meno che il lavoro non sia solo una fonte di guadagno. Le storie da poche pagine mi permettono di mettere a fuoco dei particolari della sua esistenza. Di dare al lettore che la conosce una tesserina in più da inserire tra un romanzo e l'altro. A chi invece non sa nulla di lei, la possibilità di avvicinarla a piccole dosi. In Primo pelo, il mio racconto, la Vergani osserva una madre e una figlia, alle prese con l'invidia e la cattiveria.
Secondo te il racconto noir in questo momento funziona, e a che tipo di lettore si rivolge?
Non so rispondere a questa domanda. Non so se funzioni o meno. Io leggo i racconti, indipendentemente dal genere, per capire il passo narrativo di un autore. Come se fossero un aperitivo. Il Noir in generale, funziona perchè siamo immersi nel nero. Parla di noi, come i format televisivi, ma con il respiro della scrittura. E abbiamo un gran bisogno di parlare di noi, mi pare. Per chi scrive ha un vantaggio, possiede delle regole. Per esempio non è cronaca nera, non è semplicemente un'atmosfera cupa, non dovrebbe essere solo una trama di indagine. Mostra un morto e chi ha commesso il fatto e cerca di capire il perchè. Psicologia, sociologia e sensibilità sono le caratteristiche che dovrebbe possedere. E lasciare un sapore, alla fine. Che non è solo il disgusto per il Male ma anche il fascino oscuro che lo rende continuamente perseguito da molti.
Dove troveremo prossimamente la Vergani?
Maria Dolores sta cercando risposte. Alla cattiveria, alla falsità, al dolore. Agli uomini che non sanno amare o che non vogliono farlo, alle madri cattive, a chi sporca e brutalizza il candore dell'infanzia. S'interroga sul perdono, cerca di capire se davvero alla fine, può rendere liberi. E intanto indaga, sul mondo e su se stessa. Mi ha fatto male scrivere questo libro ma credo che ne sia valsa la pena. Io ti perdono è il titolo, Colorado Noir/Kowalski l'editore e il 7 maggio sarà in libreria.


1 commento:

elisabettabucciarelli ha detto...

:o) non è erotico anche se il titolo si presta a svariati doppi sensi...
liz