venerdì 20 marzo 2009

Maurizio Galimberti, il punto di vista

Giovedì 19 marzo, ore 21, Scuola d'Arte di Cantù. Zapping tra due ore di lezione tenute dal fotografo Maurizio Galimberti a studenti e insegnanti, ad artisti e a SenzaUnaDestinazione.

Studi da geometra, il punto di vista rigoroso e sequenziale affinato nei cantieri, lo scatto a ripetizione capace di frammentare e ricomporre un'immagine, un edificio e un paesaggio, il punto di vista immobile mentre l'orizzonte si allarga e si modifica. Le istantanee di Maurizio Galimberti hanno girato il mondo, il volto caleidoscopico di Johnny Depp è sul suo biglietto da visita, la Polaroid salda nelle sue mani è scivolata sul volto dei grandi in tutto: attori, politici, musicisti, registi, artisti, industriali, uomini e donne di cultura che si sono prestati a vedere la loro immagine scissa, movimentata, messa in discussione, ricomposta in movimenti diventati eterni.


Johnny Depp

"Con i miei mosaici decido quando partire e dove arrivare. Dilato i volti scomponendoli nei fotogrammi, e il senso della dinamica ti porta da un punto all'altro. In un insieme c'è sempre qualcosa che sale e qualcosa che scende con un suo ritmo. Io faccio un mix di questi due concetti: la figura statica e il suo movimento. La sequenza è sempre la stessa, il movimento meccanico: da sinistra a destra, dall'alto in basso. Spostamenti minimi, nessuno scarto di fotogrammi, un rimando continuo alla struttura visiva".

"Ci sono persone che mi hanno fatto capire molte cose importanti: i registi e i poeti. E' stata una fortuna conoscerli e confrontarmi con loro. Oppure i "grandi vecchi": Lalla Romano, Mario Luzi, Norberto Bobbio. Avvicinarti con la macchina fotografica, farla scivolare sui loro volti, ti dà un'emozione che non puoi spiegare".

Goran Bregovic: "Aveva la musica in testa,
le mani gli chiudono le orecchie per trattenerla".

"Il vantaggio della Polaroid sta nella precisione del punto di vista che scegli in partenza, perché non puoi scattarne decine. Ora ci sono macchine che scattano sette fotogrammi al secondo, decine di foto in pochi attimi: ma in tutto questo che fine fa il tuo punto di vista? Quello che mi interessa non è lo scatto fine a se stesso, ma l'interazione con le emozioni".

"Fondamentale è avere dentro un progetto al quale attingere. Studio, applicazione, voglia: questo ti spinge a cercare le cose. Bisogna guardare e poi ancora guardare, assorbire quello che vedi e poi raccontarlo. Tutto nasce dalle tue emozioni e non dalla meccanicità della tecnica, dall'uso di un computer o di un programma informatico. L'immagine perfetta non esiste, non serve. Il fascino dell'imperfezione sta nel non poter mai prevedere al cento per cento il risultato delle tue manipolazioni. Come quando lavori con una pellicola scaduta, che ti restituisce colori alterati e imprevedibili".


"Una delle cose più belle dell'arte è raccontare le cose nella loro essenza, togliere fino ad arrivare alla loro anima. Bisogna saper essere critici con se stessi. Basta una perplessità, un "però" che scaturisce dalla prima occhiata a far capire che una cosa non funziona. E' importante anche avere punti di riferimento con i quali confrontarti, che non ti dicono cosa devi fare, ma che seguono con te il tuo progetto e ti dicono se stai andando nella direzione giusta".

"Sono partito dal neorealismo che caratterizza il Viaggio in Italia, con rimandi molto cinematografici, poi mi sono mangiato la Polaroid. Gli scatti singoli di oggi, a quindici anni di distanza, sono contaminati dall'arte. Ci sono momenti in cui tiri fuori le storie che hai dentro, le conoscenze, la cultura. Per esempio, se non avessi studiato Boccioni e il Futurismo non sarei finito a lavorare su questo tipo di immagini. Sono stato trascinato dalla Bauhaus, ho guardato molto alla Turchia e al mondo islamico nel ripetersi delle loro architetture, ai fotografi dell'Europa dell'Est".

Folon in un dittico, due Polaroid 50x60

"Ho ancora pellicole Polaroid per i prossimi due o tre anni, poi vedremo. Ho sentito dire che forse torneranno a produrre un modello, altrimenti troverò un'altra soluzione. Non ci penso ora, altrimenti mi si blocca la creatività. Per ora il mio progetto deve andare avanti".

Maurizio Galimberti, la sua bibliografia.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

splendida lezione! (la linko sabato prossimo oggi ho postato il link alla biblio erotica) ciao! akio

SenzaUnaDestinazione ha detto...

Grazie Akio!
Buon we