sabato 23 gennaio 2010

Protagonisti seriali 2: Bucciarelli, Duffy, Varesi

Altri tre autori raccontano il primo momento in cui hanno pensato a quei loro personaggi che, negli anni, sarebbero diventati protagonisti di numerosi romanzi. Si chiamano "seriali", e un libro dopo l'altro raccontano un mondo a cui ci si affeziona. Investigatori che in alcuni casi rimangono fedeli ad un loro status inattaccabile, per non contrariare i lettori che temono di assistere a un loro invecchiamento o indebolimento. Altre volte evolvono seguendo un passo indipendente, portano avanti una vita privata quasi nascosta, che determina le loro scelte e i loro punti di vista, introduce nuovi personaggi nelle storie e prepara, a volte, l'uscita di scena.

Como, Monumento ai Caduti, 1933.
Progetto dell'architetto futurista Antonio Sant'Elia.

Elisabetta Bucciarelli e l'Ispettore di polizia Maria Dolores Vergani: l'ultimo romanzo è Io ti perdono (Kowalski)
Lei è nata in un mattino di rabbia. Dove scrivere, prima ancora che raccontare, significava capire. Una questione di quadri falsi. Di Arte sfregiata. Cercavo qualcuno più forte, risolto, sicuro. Che potesse combattere dove io non potevo. Una donna, possibilmente. Che fosse in grado di guardare la realtà senza semplificarla. Che mi costringesse ad avvicinare il male senza dovermi giustificare. Che fosse abituata a manovrare il dolore. Difesa, protetta, anche rigida e, perché no, fastidiosa. Molto estetica, con angoli bui e zone d’ombra. Ma che non avesse paura. Tutte queste cose insieme ho capito di averle trovate solo al quarto libro. Perché all’inizio mi pareva semplicemente di avere nella penna un poliziotto umano, che fa di ogni caso un esercizio particolare delle sue funzioni. Idealizzato e ideale. Raffinato a tal punto da poter utilizzare altre categorie, quelle artistiche, per decifrare e comprendere la delinquenza comune. Adesso, Maria Dolores Vergani è diventata una vera e propria ossessione. La lente attraverso cui racconto il mondo. Tutto la contiene. Non è un semplice seriale. Diserta le regole dei personaggi scritti “in serie”. Infatti cambia, si modifica, come cambiano le persone che affrontano la vita considerandola un’occasione per sperimentare, che non sono impenetrabili alle emozioni e alle esperienze. E soprattutto, che cercano di capire la loro storia personale prima di prendere posizione sulle questioni della Storia. Per questo non la considero un personaggio “facile”, anzi. Ogni volta è una sfida e non sempre, io e lei, la pensiamo allo stesso modo.

Stella Duffy e la detective Saz Martin: l'ultimo romanzo è Bocche di donna (Marsilio)
Quando ho scritto il primo romanzo con Saz, Calendar Girl, non ho davvero pensato che sarebbe stato lei il personaggio centrale, anche se ovviamente era già molto importante. Mentre stavo scrivendo la prima bozza, credevo piuttosto che la protagonista principale fosse Maggie, che narra la storia alternativa nel libro. All'improvviso però mi sono resa conto che Saz era più importante, più funzionale alla storia e con un grande carattere, adatto a essere raccontato. Allo stesso modo il primo editore che ha pubblicato Calendar Girl, mi ha detto che vedeva Saz come personaggio principale di quel libro, ma anche adatto ad essere protagonista di storie successive. Così si è trovata al centro di una serie di indagini. Non sono stata io a decidere di scrivere storie seriali, o comunque una serie su Saz: è stato il personaggio a creare l'interesse de pubblico.

Valerio Varesi e il Commissario Soneri: l'ultimo romanzo è Il commissario Soneri e la mano di Dio (Frassinelli)
Soneri è arrivato come conseguenza di una storia che volevo raccontare. Nel primo romanzo, Ultime notizia di una fuga, che ha per sfondo la vicenda della famiglia Carretta, avevo bisogno di uno che indagasse. Ho pensato a una fisionomia di investigatore (forse con la testa imbevuta di letture) e si è profilato il volto di un capo della Squadra Mobile di Parma con cui avevo avuto a che fare ai tempi in cui lavoravo nella mia città. E' stato come riconoscere un sospetto dalle foto segnaletiche. Ho puntato l'indice e ho detto: è lui. Lì per lì non avevo certo l'intenzione di farne un personaggio seriale. Sono stati i lettori a suggerirmelo. Il primo, il più qualificato, ha il nome di Raffaele Crovi, il quale ha usato l'argomento più convincente per uno scrittore, offrendomi la possibilità di proseguire le inchieste di Soneri nelle sue collane. Dopo, il commissario è diventato come un personaggio pirandelliano che ha reclamato avidamente altre avventure da vivere.


1 commento:

ohan ha detto...

Da queste parti si adora indefessamente la Dolores Vergani, è cosa nota